mercoledì 31 dicembre 2008

Memorie di un anno che sta finendo

Il 2008 si sta accasciando su se stesso.
Respira, ma fa fatica.
E' stanco.
Lui, con i suoi percorsi da seguire, strade + o meno difficili, alcune addirittura impossibili, altre chiuse.
Lui, l'anno bisestile, con i suoi 366 giorni sta respirando la sua ultima aria.
Si avvicina la fine e se ne rende conto.
E' pronto ad esplodere insieme ai "botti" nella sua ultima notte.
E' pronto a lasciare il posto al 2009.
Gli consegnerà le chiavi, i destini delle persone e i ricordi delle persone scomparse.
Lui stesso è pronto a diventare un ricordo.
E cosa ricorderemo di quest anno?
Sono giorni che ci penso.
Non voglio che sparisca senza dedicargli "due righe".
Per me è stato un anno bellissimo, perchè è stato vivo, assolutamente non banale.
Perchè oggi 31.12.2008...io lo saluto sorridente.
E' come vedere un treno pieno di emozioni che se ne va.
Un lunghissimo treno caricato fino ad esplodere.
Il suo contenuto: sentimenti, paure, pianti, disperazione, liti, grosse perdite e poi... una nuova vita carica di energia.
Ecco cosa mi ha dato quest'anno, ha messo davanti ai miei occhi un nuovo percorso da seguire.
Una strada che inizialmente sembrava buia, impervia e tanto solitaria, ma è bastato fare il primo passo e sono arrivati i miei amici, le mie persone care...e quello che sembrava un momento nero, forse impossibile da superare è passato con l'affetto di tutti.
Ecco sì lo devo ammettere per essere coerente e sincera dovrei dedicare questo 2008 ai miei amici, alla mia bellissima sister e a mia madre.
Sembra banale, sembra tutto un enorme e sbrodolante elogio alle mie persone care, ma cazzo è proprio così. Il 2008 è stato bello proprio grazie a loro.
Ora però c'è altro da aggiungere, e da non dimenticare...è stato l'anno in cui ho realizzato il mio sogno di fare un viaggio in Giappone (e su questo argomento il mio blog è pieno), l'anno in cui ho acquistato il mio MAC......e poi ci sono io.
Io che ho preso coscienza di me stessa, della mia forza, del mio enorme entusiasmo, della voglia di vivere che ho dentro.
Io che mi sono ritrovata.
Io che sono salita sul mio albero di banane con i guantoni da Boxe (perchè cazzo, c'è anche la boxe..e prima o poi vedrai se le due "arpie" nn mi fanno un occhio nero), ho aperto il mio blog ed ho ricominciato a scrivere.
Io che ora ho di nuovo dei muscoli (Boxe v.sopra) e come se non bastasse, in quest'ultimo mese..sono accadute altre cose che mi hanno emozionato.
Insomma...(e questo ci tengo a scriverlo per tutti quelli che ancora stanno lì a dirmi che il 2009 sarà per me migliore, e mi guardano un po' tristi, con gli occhi lucidi)...io in quest'anno ho vissuto mi sono tanto divertita...e se i primi 5 mesi sono stati pesanti come un macigno, i restanti 7 hanno trasformato la mia vità in qualcosa di veramente bello.
Allora...detto ciò...
...sono rimaste da vivere le ultime ore del 2008..
e mi attendono nell'ordine: una bella dormita, una veloce sistemazione alla mia caotica stanza (ma su questo sorvolerei, perchè non ci crede nessuno), un giro di ricognizione per ultimi acquisti, le botte di Ari e Sara sul RING, preparativi per viaggio a barcellona (sempre all'ultimo secondo) ...e si chiude con la festa da Valeria.
Ciao 2008, grazie di tutto!!!
.......
....
FINE.

a.z.

mercoledì 17 dicembre 2008

Il Viaggio

Prendi la borsa e parti
vai via.
Lontano,vicino…
non importa dove..
perché la tua mente è già pronta.
E’ preparata all’evasione.
In testa il sogno di ciò che vedrai si è formato
basta chiudere gli occhi,
un secondo soltanto
per poter sentire gli odori
e vedere i paesaggi che ti attendono.
Tu con la tua sacca in spalla
la macchinetta fotografica in tasca..
sei pronto a preparare i tuoi futuri ricordi.
La gioia della partenza..
l’entusiasmo di cui sei gonfio..
il sorriso stampato sul viso.
Basta chiudere la porta di casa..
lasciare dentro tutto quello che non ti serve..
pensieri, problemi, le cose da fare…
quelle che rimandi sempre.
Loro ti attenderanno a casa
e al tuo ritorno
saranno i primi ad abbracciarti
Ma il viaggio..
quello da cui sei tornato…
i posti visti,
le esperienze vissute..
ti aiuteranno a dare un peso a tutto…
e sarai pronto a partire di nuovo.

A.Z. 16.12.2008

lunedì 1 dicembre 2008

...cerco la mia testa in giardino

Sempre brava.
Sempre responsabile.
Sempre pronta a dare una mano.
Gentile.
Sincera.
Limpida come l'acqua.
Mai problemi.
Non si droga.
Mai fatto sega a scuola.
..e quindi a scuola sempre brava..
...ne deriva ottimo voto alla maturità.
...e l'Università?
La fa
..e durante lavora...
La finisce...dopo un po' di anni, ma la finisce.
...e la finisce bene.
Laurea con buon voto.
Lavoro...trovato con difficoltà, e grosso, grossissimo mazzo tutti i giorni...
Fidanzato.
Amato, tanto, forse troppo...per tanto tantissimo tempo.
E poi...
E poi che palle..
arriva il giorno che tutto questo ti rompe i coglioni.
Che ti stufi di studiare.
Che ti stufi di lavorare.
Che con il fidanzato amato si chiude...e da lì parte la nuova vita..
Che il fidanzato..si rifidanza... e fondamentalmente sti' cazzi!!
Che il lavoro...dura fino a notte...perchè il tempo perso è troppo....
Che ti rendi conto che ogni tanto urlare e non essere brava, ti rende viva come non lo sei mai stata.....
E allora ti lasci andare alle tue emozioni, ricominci a scrivere e passi sei mesi della tua vita a cercare le risposte agli anni passati...e che in questi sei mesi, vivi molto di più che in tutti gli anni passati...
E che spesso non ti va proprio + di essere responsabile e vuoi dedicarti solo e soltanto a divertire quella bambina impazzita che ti balla dentro...
Perchè lo sai bene che se lei non l'ascolti ora poi te ne penti.
Torneranno le responsabilità.
Tornerà l'essere brava, sincera, limpida..e tornerà anche l'amore...perchè in fondo a te stessa sai,  che quello è ciò che sei e non muta.
Ma adesso in questo periodo folle.. continui con calma a cercare la tua testa in giardino!

A.

martedì 18 novembre 2008

ascoltando Cinema Paradiso...

Nei giorni scorsi, sono caduta dal mio bellissimo albero.
Il mio essere una scimmia curiosa mi ha portato ad affacciarmi un po' troppo... ed essendo assolutamente sbadata...sono di conseguenza scivolata e caduta.
E' stato un bel volo...come quando ti tuffi in piscina dal trampolino di tre metri e senti la pancia che arriva in gola, ma non mi sono fatta male. 
Io cado e mi rialzo..
Io sono contenta, io mi rattristo, sto giù quel tanto che basta per ricaricare le pile e poi, torno euforica.
Uff...stare al mio passo non è facile, anche io faccio difficoltà a seguirmi, ma tutto sommato quando riesco a rimanere sul mio albero...seduta, come si deve..sono portatrice di positività...
Che cosa poi sia non lo so...magari anche solo un sorriso.
E in giro di questi tempi se ne vedono molto pochi.
Ma basta con sta storia del sorriso, perchè lo ripeto in continuazione e me ne è venuta noia...
Sono qui a scrivere perchè questa sera, ascoltanto questa  musica meravigliosa, mi sento ispirata.
"Cinema paradiso Theme" di Ennio Morricone.
E' inutile ed anche scontato descrivere quanto sia bella, posso solo consigliarvi vivamente di sentirla e di aprirgli il vostro cuore.
Sì.
Lasciare che il vostro cuore sia cullato da questa musica...che voli con lei..
Chiudere gli occhi per perdersi nell'immaginazione e farsi guidare nel sogno dalle sue note.
Ogni volta che l'ascolto mi commuovo.
Arriva dritta a colpirmi nel profondo, lo fa dolcemente e il mio viso si riga di lacrime..
Non so dire se è un pianto triste, se è un pianto di gioia, so solo che piango, ma la musica non mi abbandona. 
E' lì per consolarmi... mi coccola con le sue dolci note...
E io vedo...
C'è un bimbo.
E' solo, in una stradina di paese, in un pomeriggio d'estate..
E' piccolo, magro con le gambette abbronzate che sbucano dai pantaloncini corti di cotone.
Si è perso, si sente solo...e piange.
Da lontano arriva qualcuno.
Una donna corpulenta, con il grembiule legato in vita ed un fazzoletto in testa.
Si ferma a guardare il bambino, poi piano piano gli si avvicina.
Si china verso di lui e lo abbraccia.
Avvolto da quel calore...e dalla serenità che quell'abbraccio gli trasmette...tutto passa....
Ora il bambino non piange più e stringendo la mano della sua mamma... va via con lei.

A.



mercoledì 12 novembre 2008

12.11.2008

In questa notte...un po' cupa e solitaria ho deciso di postare una poesia di Fabrice Dulac.
L'ho trovata su un libro e mi ha subito colpito.
Non so...forse per il fatto che i vampiri mi affascinano....o forse perchè è una poesia piena di passione e, la passione, quella che ti fa vibrare, quella che ti toglie il fiato.....è assolutamente emozionante anche solo leggendola su una poesia...
A.
Enagra
Tu che cammini con le ombre
Il tuo cuore un fiore calpestato.
Sono qui.
Aspetto freddi baci
Bramo la morte.
Riesci a sentire la mia anima?
Ho paura di te, di me.
Nel crepuscolo mi affretto
La pioggia sul mio viso.
Ed Eccoti sul mio collo,
le tue dita avide sui miei seni
i miei capezzoli come petali insanguinati.
Velami con le tue ali,
respirami, divorami,
lascia che io fluttui come il tuo fantasma.
Tu che cammini con le ombre,
lascia che il mio cuore sia il fiore calpestato nelle tue braccia.
Le mie unghie spine sulla tua schiena.
Sono qui.
Voglio le tue labbra,
assetata del tuo amore.
Sono qui.
Riesci a sentirmi?

Fabrice Dulac


venerdì 7 novembre 2008

il mio gioiello

Il Mac.
Lo sognavo da tanto tempo.
Anni ed anni a guardarlo nelle vetrine dei negozi di informatica, pensando...."costa troppo, non me lo posso permettere".
L'ho usato, per la prima volta, tanto tempo fa, quando facevo la babysitter, a Testaccio a casa di amici di famiglia.
Già all'epoca era bello, bellissimo con il monitor colorato e  la sua mela impressa sul retro, che gli dava quel tocco di classe.
Ricordo che all'inizio mi incartavo con l'impostazione completamente diversa, con i programmi che non conoscevo, poi ho iniziato a smanettare sulla tastiera e sono partita....
Per un breve periodo della mia vita ho anche venduto prodotti Apple in un negozio.
Erano i primi mesi dopo la  laurea in cui ho lavorato in uno store di informatica e lì c'era tutta un'area completamente dedicata ad Apple.
E di nuovo nella mia testa la voglia di acquistarne uno...
In quel periodo ho anche avuto modo di conoscere un'omino della Apple...che a noi dipendenti..ha fatto un corso sulle potenzialità delle macchine che dovevamo vendere, sulla filosofia che sta dietro i loro prodotti, sulle loro specifiche tecniche... io ho incamerato informazioni e la mia passione è aumentata.
Anche in quel caso ho pensato "lo voglio...io prima o poi lo comprerò...e sarà mio".
Da allora sono passati altri 4 anni e il desiderio non si è mai affievolito.
Conscia del fatto che dovrò avere sempre un pc a casa, per questioni strettamente inerenti al lavoro (sempre che io non riesca ad ovviare in altro modo)...ho cmq deciso di comprarmi il nuovo macbook...
Ed ora è mio.
E' arrivato tre giorni fa a casa mia e adesso sta poggiato sulla mia pancia.
Non avrò anelli costosi, non indosserò collane o oggetti di valore....ma io martedì sera, mentre Roma...era sotto allagamento...grazie alla pazienza di mia madre e mia sorella, sono riuscita ad entrarci in una gioielleria...ed ho comprato il mio gioiello.
Non è un diamante.
Non durerà per sempre, ma l'emozione che provo nel guardarlo, e il piacere che sento schiacciando i suoi tasti nessun diamante potrà mai darmelo..
Poi che ne so...se in un futuro divento femmina magari cambio idea.

A.

venerdì 31 ottobre 2008

Riflessione sulla Comunicazione di oggi

Oggi ho proprio voglia di essere seria.
Accantonare per un po' la mia parte cazzona, liberare la testa da pensieri inutili ed esternare una mia personale opinione su un argomento sul quale rifletto da qualche giorno.
Parto subito col dire che la mia non vuole essere una polemica, ma una semplicissima riflessione.
Da un po' di mesi, la sottoscritta, fa un utilizzo costante di MSN e ora anche di Facebook.
Li uso essenzialmente per scrivermi con i miei amici, con i conoscenti..e con altra gente, non ben definita nella scala dei miei rapporti sociali, ma che in qualche modo è entrata a fa parte della mia vita.
La persona che abita con me, mi riprende in continuazione, affermando che ne sono drogata, in quanto la prima cosa che faccio quando torno a casa è accendere il PC....per spegnerlo solo a notte fonda.
E proprio questo mi ha fatto pensare...."cazzo"...comunichi con un schemo per ore.
Uno schermo che ti divide dal tuo interlocutore, dalla sua faccia, dalla sua voce, uno schermo che ti da la possibilità di essere chi non sei...perchè hai tutto il tempo di scrivere, cancellare e trasmettere di essere una persona diversa, non avere freni inibitori, puoi tranquillamente osare...
Sì. Osare è la parola più appropriata...
Uno schermo ed una tastiera che, ti proteggono abbattendo le barriere...messaggio dopo messaggio, creando storie ed amicizie...che, però, vivi a "casa" da solo.
Perchè il brutto è quello...tu da solo, ti scrivi con uno/a da solo/a davanti ad uno computer.
Ecco io rifletto proprio sul fatto che tutto ciò tende ad isolare ancora di più le persone, in un mondo già troppo pieno di individui soli.
Ci tengo a ribadire che non sto qui per criticare, ma voglio solo analizzare la questione.
La rete ed il suo utilizzo nell'ambito della comunicazione ha un'elevata utilità sociale e non solo a livello lavorativo, questo è ovvio. Per fare un esempio banale, chi per motivi di lavoro o di studio vive lontano da casa può, utilizzando internet, mantenere contatti giornalieri con la propria famiglia e con gli amici, senza doversi svenare per ricaricare il telefono.
Ma parliamo un po' di Facebook e della sua esplosione.
Lì si sono iscritti tutti.
Da un mese a questa parte, pare che l'Italia ci si sia completamente rovesciata dentro..dall'asilo all'università...tu ritrovi praticamente tutti...compagni di classe, compagni di comitiva..gente conosciuta in vacanza..
Bello, bello...bellissimo...tutti felici ed allegri pronti a mostrare la propria immagine attraverso foto personali (che più sono fashion e fighe e meglio è), foto di gruppo dei tempi della scuola e a raccontare la propria storia personale.
Gruppi che si formano, pensieri del giorno, del momento, del secondo, battute, giochi......però, anche qui io ci rifletto su.... e penso al fatto che il più delle volte tutto si riduce ad un voler mostrare la propria immagine "ricordati come ero e guarda oggi come sono",....per poi andare sul profilo degli altri a farsi i cazzi loro...perchè in tal senso Facebook, può essere paragonato come dice una mia amica, ad un grosso"reality casareccio".
In fondo cerchiamo di essere sinceri con noi stessi... ma l'amico delle superiori o quello delle elementari se non lo frequenti più nella vita di tutti i giorni un motivo ci sarà.

A.

martedì 28 ottobre 2008

...delirio notturno...

Sabato 18/10/2008

Il mio delirio notturno..parte sempre da un qualcosa che mi colpisce.
Una canzone, un pensiero, uno sguardo ricevuto durante la giornata, una frase scritta..
Anche questa notte è partito...ma non so bene da dove e soprattutto perchè...
Perchè ho questa voglia continua di scrivere, di comunicare, di esprimermi attraverso la tastiera nera del mio vecchio pc, di farmi mille domande per poi trovare una risposta da sola.
A sì..perchè io mi domando e io mi rispondo....
A volte credo di utilizzare il mio cervello solo per cose senza senso...solo per inseguire i miei pensieri notturni...
Ho spento proprio adesso la mia ultima sigaretta.
Sto fumando in questo periodo.
Non sono una fumatrice, non lo sono mai stata...e non credo di diventarlo...
I vizi, non sono fatti per me..o meglio lo sono ma per un periodo stretto di tempo.
Potrei fumare un'intero pacchetto di sigarette...tutto in un giorno, per poi non volerle più vedere per anni.
Ora, però, se ci penso è forse proprio l'ultima sigaretta fumata e la senzazione di stordimento che mi ha lasciato ad avermi accompagnato verso il mio ennesimo delirio notturno.
La notte.
Inizio ad amarla.
C'è silenzio, io sono sola ed in questi miei momenti di solitudine penso a me, a come sono, a quello che faccio, a cosa vorrei fare...e penso anche a qualcuno.
Ultimamente mi gira in testa un nome, o meglio un idea di un qualcuno..che in realtà non so neanche se esiste o se sia stato il mio cervello a crearlo.
E questo soggetto immaginario...il pensarlo, mi fa sorridere.
Dire se è uomo o donna non ha senso, come non ha senso rendere questa figura reale...perchè forse sta solo nella mia testa e non lo so proprio se uscirà mai da lì.
Però lo ammetto, il fatto di pensarci...mi fa stare bene.
Stare bene. Ma cosa vuol dire stare bene?
Da un po' di mesi a questa parte, la domanda che mi fanno tutti è sempre la stessa. "Ale come stai?" ed io rispondo ogni volta nello stesso identico modo "Sto bene".
Una risposta che serve per chiudere il discorso, che serve per alleggerire le ansie di chi chiede.
Sto bene..e cerco anche di dimostrarlo che è proprio così.
Ma poi nelle notti come questa io ci ragiono sopra...e non è assolutamente vero, o meglio, è vero che non sto male, è vero che non sono disperata, è vero che sono fiera di me stessa, ma "Sto bene"...è riduttivo...e ripeterlo ogni volta, mi ha proprio scocciato.
Lo dicevo anche mesi fa a tutti ogni volta...e all'epoca non era vero per niente.
Era un'enorme bugia..
Stavo una merda, non stavo bene.
Vivevo le mie giornate di corsa, cercando di proiettarmi ogni giorno verso un domani in cui volevo e dovevo credere.
Cercavo di immaginare un futuro, che sapevo benissimo non era possibile e che sopratutto non volevo per me.
Questa casa, questa stanza... dove sono tornata dopo quasi due anni di assenza...mi chiamava da lontano.
C'era una vocina piccina dentro di me che, sistematicamente, mi ricordava che qui sarei tornata...che la mia vita in quel momento, vissuta in quel modo, era assolutamente provvisoria.
Ed io, che la vocina la soffocavo...mi ero messa in faccia una maschera (alimentata tutti i giorni dalla mia cocciutaggine) della persona che sta bene.
Che Stronza!
Ma adesso no.
La maschera l'ho tolta e spero tanto di non metterla più per tanto tempo.
Ora ho voglia di vivermi tutte le mie emozioni...di esprimere me stessa, anche quando è fuori luogo, anche quando dico, scrivo o faccio cose che non sono propriamente "normali".
E questo mio essere "anormale", questo mio stare fuori dai schemi...mi sta aiutando in qualche modo a ridimensionare la mia vita....a darle una forma del tutto nuova.

Qui dal mio albero..sul mio ramo...io resto a guardare..attendo..il mio futuro che arriva!!

A.

sabato 25 ottobre 2008

A te...

Ti ho pensato tanto in questi giorni, ma tu non lo sai.
Ho pensato a te...a come sei bella, alla forza che hai dentro.
A come la vita ti ha preso a schiaffi sin da bambina
ha calpestato i tuoi sentimenti di donna innamorata
ha stracciato la tua anima
più volte...non una sola...
ma tu non ti sei fermata, sei andata avanti
e l'hai fatto con il sorriso, sempre.
Hai lottato, hai sudato, hai lavorato e per noi hai continuato a vivere.
Ci hai insegnato a vivere..
Non lo posso neanche immaginare quanto è stata dura...
Ma ce l'hai fatta...
se riesci a fermarti per un attimo...un secondo soltanto,
lo vedi quello che hai creato.
E' un successo
e l'hai fatto tutto da sola.
Adesso, però, è arrivato il tuo momento.
Oggi questa vita la devi vivere per te...
per te soltanto...
ed io sono qui ad augurarti tutto l'amore che meriti...
e che forse, in un posto segreto, tu hai trovato.


a mia madre 25/10/2008

mercoledì 15 ottobre 2008

Una giornata iniziata male...

Il solito delirio al risveglio.
Totale caos intorno a me.
La sveglia che suona per un'ora, io che mi alzo di corsa, mi tuffo nella stanza alla ricerca di... mutande, vestiti e tutto quello che è utile lanciare in bagno per lavarsi di corsa, vestirsi e fiondarsi giù per le scale, magari con un pezzo di pane in bocca...per calmare spasmi della fame.
In questo modo inizio tutte le mie mattine da sempre...di corsa...mi chiedo a volte "ma se avrò mai dei figli, come riuscirò a fare tutto??"
Il pensiero mi sfiora ogni tanto e so bene da sola che se accadrà...finiranno anche loro travolti dal mio uragano mattutino.
Questa mattina, però, il ritardo si è moltiplicato...causa motorino.
Inserisco la chiave, la giro, sciaccio il tasto di accenzione, accelero...e lui di tutta risposta...mi spernacchia e non parte..
Riprovo diverse volte...con il mio limite di sopportazione che arriva a livelli di allarme.
Il signorino aveva deciso di non voler partire....
Aggiungiamo che ha la pedalina rotta...mezza incastrata...dura da morire, che espleta le sue funzioni solo se smossa da un Troll di montagna.
Quindi per cercare di smuoverla ho dovuto chiamare in mio aiuto tutta la mia forza, grinta e incazzatura...
C'era...ed era tanta...
La pedalina inevitabilente ha ceduto..e dopo interminabili minuti l'animale è partito..
Povero scarabeo 100...dopo quasi 2 mesi di lotta (perchè sono due mesi che mi fa tribolare)...ha rischiato di essere scaravantato contro il muro del garage...ma l'angioletto seduto sulla mia spalla sinistra mi ha calmata...e non ho fatto danni..
Sono partita a razzo e sono arrivata a lavoro percorrendo l'olimpica sui tettini delle macchine!!!
Naturalmente... che ve lo dico a fare, sono arrivata a lavoro in ritardo...

A.

martedì 14 ottobre 2008

Una notte un po' così

Questa sera sono sola a casa.
Mark non c'è.
E' via per lavoro.
L'hanno chiamato quelli della direzione di Milano, molto probabilmente è per la promozione che aspetta da mesi. Se la merita.
E' bravo a fare il suo lavoro, ci mette tutto se stesso e quest'anno alla società ha fatto guadagnare una barca di soldi.
Sono fiera di lui.
Il mio uomo inglese.
Sembra così freddo all'apparenza, con quel suo italiano strambo.
Lo amo.
Guardo il suo cuscino e non riesco a dormire.
Di solito la sera, prima di prendere sonno, gli accarezzo i capelli.
Lui lo adora, si rilassa e mi racconta la sua giornata.
La segretaria che gli lancia sguardi sensuali, la sua collega che ha problemi con il marito, il suo collega Carlo, che non sa come fare a lasciare l'amante.
Ecco Carlo.
Spesso è di lui che parliamo la sera. I suoi aneddoti, le sue avventure, quasi sempre inventate, sono così divertenti.
Questa sera, però, nella nostra stanza c'è silenzio e se allungo il braccio trovo solo un cuscino vuoto.
Non è la prima volta che Mark mi lascia sola e non è stato mai un problema per me, ma ora è diverso.
Lui mi manca.
Allungo il piede verso destra e trovo solo il lenzuolo freddo.
Ritiro subito il piede.
Devo trovare un modo per dormire, qualcosa che mi coccoli.
Mi viene un'idea.
Mi alzo dal letto.
Vado in bagno e prendo il suo pigiama tra le mani.
Odora di lui.
Che buon odore che ha.
L'odore del mio uomo.
Mi tolgo la camicia da notte e la lascio cadere a terra.
Nuda davanti allo specchio osservo la mia immagine.
Questa notte mi sento bella, chissà forse è per questo che non mi piace l'idea di stare sola.
Forse è perchè vorrei che lui mi vedesse, davanti a questo specchio.
Guardo ancora, per qualche istante, la mia immagine.
Compiaciuta, indosso il suo pigiama e torno a letto.
E' questo l'effetto che volevo il suo odore sulla mia pelle.
Mi sento circondata dalla sua presenza.
Ora posso dormire.
Allungo una mano ed inizio ad accarezzare il suo cuscino, mi rilasso.
Il sonno si sta impossessando di me ed io mi lascio prendere.

mercoledì 8 ottobre 2008

Riflessione sul mio viaggio a Berlino

Berlino 05 ottobre 2008



Il viaggio di ritorno è iniziato.
Tra poche ore sarò di nuovo a Roma, il posto d'onore nella vita di tutti i giorni mi attende.
Adesso, però, penso alla città che sto lasciando...
Non riesco ancora a realizzare se mi sia entrata nel cuore o meno.
Il mio viaggio è durato poco più di due giorni.
Berlino è immensa, ci sono tante cose da vedere: musei, monumenti, parchi e laghi.
Il primo impatto è quello di una città fredda (e per fredda non mi riferisco solo al tempo), è l'atmosfera che respiri che è rigida.
I tedeschi, sono dei personaggi, tutto sommato simpatici e gentili.
La birra (ma anche altri alcolici) regnano. La gente va in giro con le bottiglie in mano (quando poi non li trovi proprio con le casse). I ragazzi stanno sempre bevuti.
Ok fa freddo e l'alcol scalda, ok è tipico di tanti paesi europei, ma qui l'immagine che ti trovi davanti non è poi così esaltante.
Il muro (caduto nel 1989) è ancora, in qualche modo, una lama che taglia in due la città e percepisci la sua presenza...anche se ora ne è rimasto solo un pezzettino, un attrazione per turisti, con su disegni (purtroppo molto maltrattati) di artisti vari.
Mi sono resa conto di quanto questa città abbia sofferto, della cattiveria che per tanti anni ha fatto da padrona, prima, durante e dopo la guerra e di come, ancora oggi, risieda in questi luoghi.
Poi ci sono gli alberi....bellissimi.
Sì perchè la città è invasa dal verde.
Boschi, parchi e giardini con i loro alberi fanno respirare Berlino, mettendo un po' di colore nel grigio del suo cielo.



A.

martedì 30 settembre 2008

...la ascolto ed inizio a ballare......

Ecco questa è una delle canzoni che mi smuove dentro.
Ogni singola volta che la sento non posso fare a meno di muovermi e ballare...in qualunque posto io sia....a casa, in un locale, in un supermecato..ovunque...è inevitabile...la sensazione di movimento parte dalla mia pancia..e da lì si espande in tutto il mio corpo...ed io mi fermo solo quando la canzone finisce.

http://it.youtube.com/watch?v=Tr4OglBYpus



Pharrell Williams
Number One
(album In My Mind 2006)
(feat. Kanye West)

[Intro - Kanye West (Pharrell)]
World's... world's... world's famous [2X]
Your now listening to (girl)
Skateboard P and the Louis Vuitton Don (I'm back)
It's so unfair so unreasonable
Let's go

[Verse 1 - Pharrell (Kanye West)]
I musta hurt your feelings (come on)
Your temper hit the ceiling
You know I wanna talk to you (get em P)
Oh girl come on (come on)
But to maintain this living (come on come on)
God knows it's not given (come on)
You know I got a lots to do (let's take em up)
Oh girl come on (come on)
I know this part ain't pretty (come on come on)
But you know I been busy (yeah)
Thats why I can't talk long on the phone (uh huh)
Oh girl come on (come on)
So honey if you with me (come on come on)
Know I'll look for your pretty (yeah)
Face to smile when I get home
And when we make love you know it's gon' be amazing (yeah)
Cause you're my

[Chorus - Pharrell (Kanye West)]
Number 1 (baby girl you and me)
Smash hit (thats a hit to me)
Off the charts (look how she get to me)
Classic (she may not be nothing to you but she the shit to me)
Soon as I'm done (tell me how you love that)
I'm dashing (number 1 can't put nothing above that)
Home to hold your heart (you deserve a verse from me)
And smash it (we gon' party like it's our anniversary)
Go

[Verse 2 - Pharrell (Kanye West)]
Didn't I just tell ya (yo)
That you're my Cinderella (get em P)
My dream ball ain't fixed one sight (come on)
Oh girl come on (come on come on)
Baby.. you know I'd rather be where you are (world's famous)
You are my shining star
But last night that just wasn't right
Oh girl come on (come on come on)
I know this part ain't pretty (come on)
But you know I been busy
Thats why I can't talk long on the phone (the international)
It's hard for you baby girl come on (world's famous)
So honey if you with me (yeah)
Know I'll look for your pretty (everybody)
Face to smile when I get home (I need you to sing along with me)
And when we make love you know it's gon' be amazing (this part right here it's coming up check it out)
Cause you're my (everybody say)

[Chorus - Pharrell (Kanye West)]
Number 1 (baby girl you and me)
Smash hit (thats a hit to me)
Off the charts (look how she get to me)
Classic (she may not be nothing to you but she the shit to me)
Soon as I'm done (tell me how you love that)
I'm dashing (number 1 can't put nothing above that)
Home to hold your heart (you deserve a verse from me)
And smash it (we gon' party like it's our anniversary)
Go
[2X]

[Verse 3 - Kanye West]
Yesterday I was half the man you see
Baby thats because you the other half of me
You my number 1 hit on the line of the charts
I'mma (FedEx) my love and have you +sign+ for my heart
For my number 1 I keep ya dumb fly
Fresh to death you like after death
I resurrected my gold Jesus of Nazareth
Now we (Fresh) as a (Prince) while they (Jazzy Jeff)
And you don't be saying shit when they asking questions
A-a-and you be giving me my space a-a-and
You don't be running on +myspace+ a-a-and
You know some other shit I hate w-w-what
W-w-when they violate b-but
Tonight man I ain't in the mood for it
Don't matter who wore it, you wore it.
Look how ya co-or Dinated man that's my favorite
I love the way that it

[Chorus - Pharrell (Kanye West)]
Number 1 (fits on you)
Smash hit (girl that's the shit on you)
Off the charts (look how she get to me)
Classic (she may not be nothing to you but she the shit to me)
Soon as I'm done (t-tell me how you love that)
I'm dashing (number 1 can't put nothing above that)
Home to hold your heart (you deserve a verse from me)
And smash it (we gon' party like it's our anniversary)

Number 1 (come on come on)
Smash hit (you're my number 1 girl) (come on)
Off the charts
Classic (you're my number 1 girl) (come on)
Soon as I'm done (come on come on)
I'm dashing (you're my number 1 girl) (come on)
Home to hold your heart
And smash it (you're my number 1 girl) (take em up)

[Outro - Kanye West (Pharrell)]
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)

lunedì 29 settembre 2008

..sulle note di Portami via...

La musica è di G. Allevi.
Album "Joy".
Brano n. 2 "Portami via".
...dire che questo cd è bello è riduttivo, credo sia più che altro un opera d'arte......la sua musica, il suo modo di suonare il piano....hanno la capacità di trasportarti lontano, ti perdi e ritorni nella realtà solo quando il brano è finito.
Così è stato quel giorno, di tanto tempo fa, in cui io sulle note di "portami via" ho scritto un sms.
Un pensiero breve per una persona cara.
E' un messaggio romantico, smielato, dolce come un sacco di zucchero, ma ho deciso di postarlo perchè ricordo con esattezza la senzazione che provavo in quel momento.
Io ero felice.

"io e te su una nuvola, sdraiati sulla sua soffice ovatta bianca.
Ti guardo negli occhi
ti stringo la mano e sorrido,
tu sorridi...
il mio cuore è felice e
sotto un fresco cielo azzurro
noi voliamo verso il nostro domani".

A.

...dentro la mia testa.......

Entro in punta di piedi nella mia testa.
Ho deciso di mettere un po' d'ordine. Devo sistemare la libreria della memoria, chiudere bene i cassetti dei ricordi, controllare che i scatoloni, pieni dei pensieri da buttare, siano ben siggillati.
Appena entrata mi guardo intorno.
So già cosa mi aspetta ogni volta che metto piede in quella stanzetta.
Sì perchè non è che parliamo di un ambiente enorme, si tratta proprio di una stanzetta, talmente piena di "robba" da rischiare di scoppiare da un momento all'altro.
Ci sono anche dei fogli bianchi che svolazzano al centro della stanza .
Sono sparati in aria da una vecchia stampante, poggiata su un mobiletto di legno a ridosso della parete alla mia sinistra.
Quell'attrezzo è sempre attivo, produce pensieri ed ogni pensiero concluso lo stampa su un foglio e lo sputa per aria.
Ne riesco a prendere uno, prima che cada a terra.
C'è su scritto "Oggi ho chattato su msn con i miei amici, ho, come al solito, perso tempo a lavoro. Uff che palle il lavoro. Se il telefono squilla ancora lo brucio. Ho fame!! O mio dio la stanza in cui vivo è un tugurio".
Ecco, penso "questo è da eliminare subito, prima che vada a sommarsi agli altri fogli che sono sul pavimento".
Lo appallottolo e lo lancio in uno dei scatoloni ancora aperti.
Mi soffermo per un attimo a guardare la stanza.
Ci sono pochi mobili. Di fronte alla porta si trovano un paio di finestrelle, con le serrande mezze abbassate. Da lì entra sempre luce, sembrerebbero i raggi del sole, ma non ho mai capito se lo sono o meno. Dopo tutto sono nella mia testa, e lì non possono esserci i miei occhi, mica sono un mostro con gli occhi sulla fronte!
Sotto le finestrelle, c'è una libreria bassa.
Al suo interno sono riposti i miei ricordi vivi, quelli nuovi e quelli relativamente vecchi, potremmo chiamarla "la libreria della memoria utile".
Tutto è messo in modo da essere facilmente catalogato, e tirato fuori ogni volta che ne ho bisogno. Ecco quello è l'unico mobile della stanza dove non devo mettere mano. E' assolutamente in ordine.
A fianco alla porta, alla mia destra, c'è un vecchio armadio.
L'armadio dei desideri, dei progetti, delle mie idee sul futuro e di tutte le cose che ho realizzato.
Adoro questo armadio. E' pieno di fogli con su scritte cose allegre. Non è ordinato, ma il caos che regna al suo interno mi piace, perchè raccoglie davverò tutti i pensieri positivi che stanno nella mia testa.
Quando lo apri vieni travolto da un'ondata di gioia, entisiasmo, speranze, fantasia.
Ecco potrei dire che quel vecchio mobile contiene la parte migliore di me.
Alla mia sinistra, dietro ad alcuni scatoloni, vicino alla stampante (la quale è in piena attività e sputa carta di continuo) c'è una porta chiusa.
Lì dietro c'è uno stanzino, senza finestra, illuminato da una piccola lampadina, collegata al soffitto da un filo elettrico. Al suo interno sono montate due scaffaliere metalliche, piene zeppe di scatole e fogli sparsi.
Lì ci sono i ricordi nascosti, i momenti difficili, le cose da dimenticare, le mie paure, la mia rabbia e, soprattutto, tutto quello che non si dimentica mai, neanche quando è chiuso in una scatola messa dietro altre scatole, all'ultimo ripiano di una scaffaliera metallica, ricoperta di polvere, in uno stanzino buio, chiuso a forza da una porta.
Io li dento non ci entro mai.
So bene che per ordinare la mia testa, proprio da lì dovrei iniziare, ma non voglio entrare perchè sono cosciente del fatto che una volta entrata sarebbe difficilissimo uscire e ho la certezza che, anche se riuscissi a farlo, non uscirei in piedi.
Ecco. Il solo fatto di aver individuato quella porta mi da ansia.
Perchè per anni l'ho riempitata di tutto quello che mi faceva star male. Ho preso pacchi di ricordi, malumori, sofferenza e li ho ficcati a forza lì dentro.
L'ho fatto per avere il sorriso sul mio viso, per continuare ad essere la persona solare che sono.
Ho utilizzato quel buco, buio ed impolverato come dimenticatoio.
Però guardando quella porta, che non riesce neanche a chiudersi perfettamente, mi rendo conto, e tremo al sol pensiero, che prima o poi tutto il contenuto di quella stanza verrà fuori e invaderà
la mia testa.
Mi guardo di nuovo intorno. Mi soffermo su ogni angolo della stanza.
No.
Non c'è niente che mi va di spostare, non c'è niente da mettere a posto.
Tutto deve restare così com'è, perchè con il passare del tempo sarà questa stessa stanza a trovare la sua forma, così come l'ha trovata in tutti questi anni.
Non voglio buttare neanche gli scatoloni dei pensieri inutili, perchè in fondo anche loro hanno un'utilità qui dentro.
Un ultimo sguardo.
Mi giro ed esco.

A.

venerdì 26 settembre 2008

Il Fantasma del Vicolo

Le strade di Cannareggio sono ricoperte di nebbia questa mattina.
Io vago solitaria e l’aria gelida mi trapassa il corpo, ma non sento niente.
Sono anni, tantissimi anni, che non sento più nulla, che percorro queste strade vuote fino all’alba.
Lo faccio per non essere vista da nessuno.
Mi faccio guidare dal vento e giro senza una meta.
Silenziosa.
I miei passi sono così leggeri che, quasi, non toccano il suolo.
Una volta, ricordo, i miei passi erano rumorosi. La mia presenza in strada era gradita da tutti.
Mi piaceva farmi vedere, essere salutata, fermarmi a chiacchierare con la gente di Venezia.
Io, che veneziana non sono, mi sentivo di appartenere a questa città e la vivevo come se fosse mia, amando ogni suo angolo.
Non è più cosi da tempo. Talmente tanto che non riesco neanche più a ricordare.
So solo che la mia vita è cambiata in un istante. Il mio io di prima è svanito così velocemente da non rendermene conto.
Ed ora sono qui a vagare per queste strade, come un fantasma.
Ho perso la cognizione del tempo, ho perso la mia casa, giro sempre con i soliti quattro stracci, vagando alla ricerca del nulla, perché ad ogni passo che faccio sento la mia anima sgretolarsi.
Quando la città inizia a svegliarsi io mi nascondo.
Ho il mio posto segreto, il mio sudicio vicolo, dove non passa mai nessuno e dove io, invece, trascorro la mia esistenza.
E’ un vicolo piccolo, una stradina chiusa, abbandonata, dove dei barboni hanno lasciato stracci, un materasso ammuffito e altre cianfrusaglie, che ormai fanno solo cattivo odore.
Si vivo a ridosso di piccola discarica a cielo aperto, ma non ne sono infastidita, perché non sento il fetore che emana. Io non sento nulla. Io mi limito, ogni giorno, ad entrare nel vicolo, scavalcare la mondezza ed arrivare all’angolo, dove mi appoggio alla parete.
Lì rimango tutto il giorno. In piedi, con le mani ed il resto del mio corpo attaccato a quel muro umido.
Passo così i miei giorni. Non mi muovo, non parlo, chiudo gli occhi, ma respiro.
Io e il muro uniti da una specie di colla vitale.
Mi stacco da lì solo la notte, quando le strade si svuotano, solo per prendere aria, ma ogni volta che mi allontano il respiro si fa pesante ed io inizio a soffocare. L’aria che cerco nelle mie disperate passeggiate notturne, la ritrovo soltanto quando, la mattina, ritorno nel vicolo e mi appoggio al muro.
L’umidità che ricopre quella vecchia parete, mi dà la vita e riaccende i ricordi nella mia testa.
Le feste nel palazzo ducale, i riconoscimenti alla mia famiglia di mercanti.
Il Ghetto di Venezia, con i suoi abitanti ed i tesori nascosti.
Le domeniche in chiesa e lui.
Lui che, ho incontrato proprio lì, nella cattedrale di San Marco.
Lui, che ogni domenica aveva occhi solo per me.
Ci siamo incontrati tante volte per strada, ma nessuno dei due ha mai detto nulla.
Uno scambio di sguardi e via, ognuno nella sua direzione.
Una storia romantica, assolutamente platonica, che è durata un anno intero e che io tenevo segreta, perché sapevo che era un amore impossibile.
Questi ricordi riaffiorano nella mia vecchia testa ed io li accolgo perché raccontano momenti sereni e li rivivo ogni volta con estremo piacere.
Poi la sera, dopo il tramonto, il sorriso ritrovato, scompare dal mio viso.
Accade tutte le sere alla stessa ora, come un orologio io perdo i sensi, vengo risucchiata dal vicolo e rivivo il mio ultimo ricordo.
“Domenica notte.
Cannareggio era avvolta nella nebbia.
Senza far rumore sono uscita di casa, avvolta nel mio mantello di velluto scuro, con il volto coperto da una maschera.
I miei passi leggeri, silenziosi, veloci.

Ho superato diversi ponti, per fortuna senza incontrare anima viva, poi ho svoltato a sinistra. Ho costeggiato il canale ed ho girato di nuovo a destra.
Sono così entrata in un vicolo.
Avevo studiato il percorso da fare, fino a quel luogo, in ogni suo dettaglio.
Ero lì a quell’ora, perché così c’era scritto nel biglietto che avevo trovato sulla mia panca in chiesa. Non mi ero fatta domande, sapevo che quel messaggio era indirizzato a me e non avevo alcun dubbio su chi era stato a mandarmelo.
Ricordo che il mio cuore batteva fortissimo ed io potevo sentirlo salire fino alla gola.
Sola, nascosta nella penombra ero in attesa.
Lo vidì arrivare da lontano, poco dopo.

Il corpo coperto da un mantello nero e sul volto la Bauta.
Si avvicinava, veloce come un essere demoniaco, ma quando i nostri occhi si sono incrociati, la nebbia ed il freddo di quella notte sono svaniti.
E’ caduta la maschera, il mantello, tutto quello che poteva separarci.
Non abbiamo detto una parola, erano i nostri sguardi a parlare per noi.
E lì in quel vicolo, in quel angolo di Venezia, addosso a quella parete umida ho vissuto il momento più intenso di tutta la mia vita.
Il mio ultimo momento da viva”.

C’è una leggenda che gira per le strade di Cannareggio.
E’ la triste storia di una giovane donna trovata morta in un vicolo, in una fredda mattina di Gennaio.
La leggenda racconta che è stata uccisa per mano di un importante uomo di chiesa, perché aveva osato allontanare dalla vita spirituale un giovane, figlio di una delle più ricche famiglie di Venezia.
Del giovane non si è mai saputo nulla, c’è chi racconta di averlo visto fuggire in mare su una nave diretta in Spagna, c’è chi invece dice che si sia ucciso, buttandosi nel canal grande pochi mesi dopo.
La giovane donna, invece, vive una vita da non morta ed ogni notte esce dal suo vicolo e cerca inconsapevole il suo amore perduto.

(storia inventata e scritta da Ale. Z.)

mercoledì 24 settembre 2008

Il Potere fra le mani.

Ho letto questo articolo di Repubblica on-line un paio di giorni fa (grazie ad un mio amico facebook).
Mi ha folgorato.
La storia di un uomo che tra le sue mani aveva il potere ed è bastato che cambiasse il vento perchè questo scivolasse dalle sue dita, come la sabbia.
La storia di un sistema, di un lavoro, di una nazione che attraversa un momento di profonda crisi.
Ora non voglio commentare ulteriormente l'articolo, perchè è talmente bello, toccante e scritto bene, che preferisco lo leggiate da soli.

A.

http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/economia/borse-7/scatola-broker/scatola-broker.html

mercoledì 17 settembre 2008

.....il diabete nooooo

Cari amici e amiche,
ho ricevuto sacchi e sacchi di lettere e migliaia di e-mail, di persone ammalate di diabete a causa del mio ultimo Post e per questo mi sono sentita molto in colpa.
Moltisssssimo!!!
Ammetto io stessa di aver avuto la glicemia a livelli di allarme, appena ho riletto il post, ma alla fine l'ho pubblicato comunque senza pensarci su troppo.
Dopo tutto la scimmia, in fondo a se stessa, sotto il caos che regna nel suo cervello, è una romanticona e quindi un po' di romanticismo di quello puro, fatto di paroline dolci...tipo "cuore, amore, e lacrime" (non potevo mettere sole al posto di lacrime, perchè mica sono M. Di Cataldo)...ogni tanto ve lo dovete sorbire.
Ecco magari io vi chiamo e vi avverto prima...così si passa al volo in farmacia, ci si fornisce di insulina e a quel punto si può leggere senza morire..

Ora vi lascio..senza baci e senza abbracci...perchè avete bisogno di un freddo saluto per riprendervi.



A.

Pensiero Privato

(Scritto a maggio del 2006)

Perdersi in un pensiero…ti avvolge caldamente…
Ti inizia a mancare il fiato.
Rimani come sospesa e guardi nel vuoto cercando di trovare un punto fermo a cui aggrapparti.
Questo è quello che ho provato ritrovandomi da sola, dopo quel incontro, in quel giorno strano, in quel luogo a me così familiare perché parte delle mie solitarie passeggiate all’ora di pranzo.
La porticina chiusa in fondo al cuore si è spalancata ed il suo contenuto mi ha travolto.
…da lì sono usciti tutti i miei ricordi, le mie sensazioni, le emozioni che ho provato un tempo…le lacrime, le risate un insieme di pensieri sconclusionati… e lì io ti ho rivisto….
Quella ragazzina poco più che adolescente, l’eterna sognatrice che creava storie d’amore e castelli in aria. E li c’era lui, il mio amore idealizzato, nella sua roccaforte di ghiaccio, irraggiungibile e lontano. Soltanto una volta ho avuto il piacere di incontrarlo nella realtà, soltanto una volta mi sono sentita veramente vicina a lui ed immediatamente mi è tornata in mente quella sera in cui forse, per l’unica volta, ho creduto di essere parte della sua vita. Un dolcissimo ricordo e poi, di nuovo lacrime e la conclusione di una storia che, tutto sommato, non ha mai avuto un senso.
Oggi, dopo tanti anni, non so dire se quello era amore, so soltanto che la mia fantasia e la capacità di sognare è riuscita ad idealizzare una persona che, in fondo, non ho mai conosciuto.

A.

Okonomiyaki -Ricetta di Machi


Questa sera sono finalmente riuscita a mangiare di nuovo un Okonomiyaki.
Grazie alla fantastica ricetta che mi ha mandato Machi, la "nostra" amica giapponese.
Ricetta molto semplice di Okonomiyaki
Ingredienti
per 4 persone
farina tipo 00: 300g
cavolo : 8 foglie piu o meno (se volete piu' verdura, aggiungete altre foglie)
uova: 2
lievito in polvere : pochino pochino
acqua : 3 cucchiai
pesce o carne.
Preparazione
farina, uovo, acqua e lievito in polvere mischiare tutto insieme (deve essere denso..non troppo liquido)
tagliare i cavoli a pezzettini fini ed aggiungere all'impasto precedente
poi aggiungere gli altri ingredienti a scelta, i pesci (es: calamari, gamberetti, tonno), le carne (es: manzo, maiale, pollo)
Cuocere tutto in una padella antiaderende.
far cuocere bene da un lato e poi dall'altro
una volta cotta (anche ben abbrustolita) aggiungere la salsa e la maionese (per chi la vuole)
La salsa per le Okonomiyaki non è facile da trovare, se ne può fare una molto simile utilizzando il ketchup + la salsa worcester.

Io questa sera mi sono fatta una fantastica pappata...
Certo il risultato non era perfetto come quelle mangiate in Giappone, ma mi impegnerò per farle sempre meglio...
e poi si organizza una bella cena!!!
A.

martedì 16 settembre 2008

Guardarsi indietro

Ieri mattina mi sono svegliata, ma non era presto....Ho lasciato suonare la sveglia per più di un'ora, poi, all'ultimo minuto utile per non arrivare troppo tardi in ufficio, ho poggiato i piedi a terra e mi sono alzata.
Occhi gonfi per il sonno, capelli piatti, faccia spenta, voce da orco.
Una donna meravigliosa.
Sono riuscita in 20 minuti a prepararmi...e ad uscire di casa senza sembrare un mostro.
Ho indossato il mio nuovo giacchetto di pelle nero (fintissima pelle) che però, cazzo, mi da un tono fico e sono scesa in garage a prendere il mio bolide.
Solita corsa al lavoro..cercando di non schiantarmi...svicolando tra le macchine...con la speranza di trovare meno traffico possibile, ma con le scuole appena aperte...c'era il delirio..
Arrivata a lavoro con qualche minuto di ritardo...ho cominciato la mia giornata.
Ho acceso la macchina del caffè, la fotocopiatrice e i pc poi, però, è accatuto qualcosa di molto strano..
Nella mia stanza, sul muro, di fronte alla mia scrivania, si è aperta una finestra.
Io da brava scimmia curiosa mi sono subito avvicinata e ho sporto la testa al suo interno per dare un occhiata...e davanti ai miei occhi si è materializzata la mia vita passata..
Non è stata una sensazione sgradevole, ma mi sembrava di assistere ad un film.
Un film nel quale la protagonista mi assomigliava tanto.
Mi sono allontanata dalla finestra..dovevo lavorare, ma non l'ho chiusa, l'ho lasciata aperta..perchè ogni tanto con la coda dell'occhio volevo ancora curiosare.
Volevo in qualche modo tenere un contatto visivo.
Volevo che la protagonista di quel film e gli altri attori avessero modo di vedermi, di vedere quello che sono ora, quello che faccio, come vivo la mia vita.
Si avrei tanto voluto affacciarmi di nuovo e gridare..."Ehi voi..guardatemi!...Guardatemi adesso", ma non l'ho fatto.
Sono rimasta seduta sulla mia sedia per tutto il resto del giorno poi, in serata, poco prima di andare via.....mi sono sentita ispirata. Mi sono alzata, mi sono avvicinata alla finestra, mi sono affacciata per un secondo e ho visto lei, la protagonista.
Ci siamo guardate negli occhi ed io le ho sorriso perchè così volevo salutarla.
Ho chiuso la finestra e sono andata via.
Quasta mattina, quando sono tornata a lavoro, entrando nella mia stanza ho guardato il muro, la finestra non c'era più.

A.

sabato 13 settembre 2008

Dipendenza da due ruote

Roma 11/09/2008


Domani ore 8.30 del mattino, appuntamento davanti all'officina del meccanico.
Domani ore 8.35 del mattino, di nuovo immersa nel traffico a svicolare tra le macchine con il mio mezzo a due ruote, per non arrivare tardi a lavoro.
Domani mattina alle 8.33, quando metterò la chiave nel mio Scarabeo 100 , mi sentirò di nuovo indipendente.
Ma è giusto dedicare due parole anche a quello che ho fatto nella mia settimana a piedi.
Sono andata a lavoro con l'autobus... e per prenderlo mi sono dovuta alzare, ogni singolo giorno, quasi un'ora prima del solito orario, ma stranamente non è stata una tragedia.
Soltanto qualche mese fa avrei ucciso, per 5 soli minuti di sonno in meno.
L'autobus preso al capolinea (sfruttando il passaggio di mia madre assonnata), posto a sedere...e visto che il viaggio è sempre stato di circa un'ora (perchè da capolinea a capolinea)...mi sono fatta delle meravigliose dormite spalmata sul finestrino, con gli occhiali da sole molto tattici.
Non mi sono fatta mancare delle belle passeggiate durante la pausa pranzo, in una delle quali sono arrivata a piedi fino a Via del Corso, per comprare dei regali ad alcuni miei amici.
Ma la cosa più emozionante mi è capitata di sera.
Ho avuto la possibilità di assistere ad uno spettacolo... luci, colori, arte e silenzio.
Mi sono ritrovata per due sere di seguito,alle ore 19.45 a piazza San Pietro.
La piazza quasi deserta, c'erano poche persone.
Alcuni ragazzi stavano seduti a terra ad ammirare, come me, lo spettacolo in silenzio .
A quell'ora il sole tramonta, il cielo comincia a perdere i suoi colori chiari e diventa viola, la piazza è già illuminata e le luci illuminano ed esaltano i contorni della chiesa, delle fontane e dell'obelisco.
Ora, purtroppo, non sono cosi brava da riuscire a descrivere in modo più preciso la bellezza del posto, a quell'ora e, non avevo neanche un supporto per fare foto con me, ma sono obiettivamente convinta di avere assistito ad uno spettacolo.
In quel momento, passeggiando, serena, verso la mia meta, mi sono detta "Dopo tutto ogni tanto ci posso restare a piedi".


A.

giovedì 4 settembre 2008

Una passeggiata al Fushimi Inari..







Pomeriggio di Settembre.
Sono a lavoro e fa un caldo allucinante.
Penso "Se mi bevo una cosa, sto meglio".
Rifletto "Accendo o non accendo il ventilatore?".
"No, non lo accendo..preferisco tenermi il calore addosso".
E poi vagando nella mia pensierosa testa..lo trovo il posto dove andare.
Il posto dove, oltre a sentire meno caldo, poter ripulire la testa da ogni pensiero.
Basta fare un passo, perchè al secondo ti senti già più leggera.
Vorrei fare una passeggiata al Fushimi Inari.
Vorrei camminare scalza, ed in silenzio ascoltare il rumore delle cicale, mentre davanti ai miei occhi ci sono soltanto gallerie di Torii rossi....
Sentire la pietra liscia sotto i miei piedi...e quella sensazione di pace irreale intorno.
Mi girerei ogni tanto..per vedere le incisioni nere sui Torii...e mi metterei ad immaginare il loro significato, nomi, preghiere, desideri...poi continuerei il mio cammino serena...lungo tutto il percorso...in mezzo a quel magico bosco...fino alla fine dei miei passi...



A.

Un buon motivo per andare in Giappone!


Cari amici e amiche,
sono qui per presentarvi il WC tecnologico giapponese.
Premetto che tale gabinetto è rigorosamente pulito e in Giappone si trova facilmente sia negli hotel che nei locali pubblici.
Solitamente noi italiani, ci lamentiamo della mancanza del bidet nei paesi esteri e per alcuni questo è un motivo valido per non viaggiare , oltre che per indicare come zozzoni tutti gli abitanti dei paesi in cui il bidet non esiste (francesi, inglesi...ecc...ecc...).
Insomma questo ricorda le classiche frasi di chi, non essendo mai uscito neanche dal suo quartiere, straparla sui cittadini degli altri paesi.
Ecco..io con questo post vi ho trovato una sacrosanta ed igienica ragione per andare in Giappone.
Dodici lunghe ore di viaggio (da Roma, se non si fanno scali) per arrivare in un paese in cui, all'interno della tazza c'è un bidet incorporato.
Ora vi spiego.
Se guardate con attenzione la foto su in alto....noterete dei tasti ed una rotella alla destra della tazza.
Fatto??!!
Dopo aver concluso con le operazioni di evacuazione, il soggetto X, seduto sulla tazza in questione, può rinfrescarsi la natura (termine antico usato da mia nonna per indicare le parti del corpo innominabili) schiacciando semplicemente un tasto e dosare la temperatura dell'acqua girando l'apposita rotella.
Ora i giapponesi sono personcine esigenti...e per questo motivo hanno inserito diversi tasti, i quali una volta schiacciati, danno la possibilità (sempre al solito tizio seduto) di lavarsi in punti diversi della sua natura (ci tengo a precisare che su ogni tasto è disegnato il punto d'azione del getto d'acqua).
E per essere ancora + precisi e discreti, è sì perchè i Giapponesi sono personcine assolutamente discrete, hanno aggiunto il tasto musicale, questo per far si che la dolce musica emanata dal gabinetto copra i rumori molesti del TIZIO seduto sopra (opzione utilissima soprattutto nei bagni di un locale pubblico).
Ecco fatto.
Quindi state tranquilli.
Se mai avrete voglia di fare un viaggio, ed il vostro problema è la necessità di avere un'igene intima impeccabile (quasi ai livelli del prezioso bidet di casa vostra), il Giappone è il paese che fa per voi.

Saluti a tutti e alla prossima rubrica.

A.

domenica 31 agosto 2008

Una bella serata

E' notte.
Ho gli occhi aperti.
Sono sul letto, sdraiata, in una casa non mia.
Morfeo non è ancora passato a prendermi. non è ancora il momento di cadere tra le sue braccia.
Ho passato una serata bellissima.
Una semplice serata tra amiche, dove la musica ci ha riportato indietro nel tempo..negli anni 90...
Quando la nostra vita era tutta un'emozione, quando si lottava per rimanere fuori casa la sera fino a tardi. I pianti, le risate, la prima vacanza da sole, la terrificante serata a Fregene, gli amori impossibili..e noi eravamo lì insieme a raccontare le nostre storie...ed oggi in questa calda serata di fine estate siamo ancora qui, insieme, a ricordare e a ballare come pazze, scalze in mezzo alla gente...
Adesso, però, è arrivato Morfeo.
Sarà l'effetto del vino rosso bevuto, ma lo vedo davanti a me.
Bello, scuro, con i capelli intrecciati come i rami di un albero.
Mi sorride...ed io non posso fare altro che tuffarmi tra le sue possenti braccia.
So che si prenderà cura di me e che mi cullerà per tutto il resto della notte.

A.

martedì 26 agosto 2008

Appunti dal Giappone

Pensieri sull'aereo, 04 agosto 2008

In volo da nove ore.
Un viaggio molto tranquillo.
Film. Giochi. Ninne, con il cervello che piomba in sogni assurdi.
Mia sorella gioca ad una specie di packman e ogni tanto scazza perchè perde.
Il nostro compagno di viaggio legge.
Mancano ancora tre ore al nostro arrivo in Giappone....
...
..Adesso siamo quasi arrivati ad Osaka...
In questo viaggio abbiamo mangiato come tre porcelli!!!


Kyoto, 08 agosto 2008

Una città caldissima, umida che, mentre cammini ti senti un phon puntato in faccia, con un tizio a fianco che ti tira acqua calda, e non vedi l'ora di correre dentro un negozio per riprendere fiato sotto un bocchettone di aria condizionata.
Questo è quello che percepisci esternamente..quello che rimane in superficie...poi c'è il resto..che è incantevole..e si prenota uno spazio nei tuoi ricordi.
Una città abitata da persone cortesi, silenziose, un luogo dove divertirsi, rilassarsi e pulirsi l'anima.
Con i suoi bellissimi templi ed i loro curatissimi giardini. Le antiche case di legno, le stradine lastricate del quartiere di Gion.
La gente che, la sera, si siede lungo le sponde del fiume a prendere fresco.
Una città dove è bello perdersi nelle strade e dove, volendo, basta una stupida cartina o semplicemente un po' di orientamento per trovare tutto.
E poi i suoi vicoli sovrastati da numerosi cavi elettrici che, a dirlo sembra strano, ma sono belli e rendono il vicolo stesso, piacevole da guardare...


Osaka, 09 agosto 2008

Stanza d'albergo al settimo piano con due grandi vetrate che affacciano sulla strada.
La stanza è in stile giapponese, c'è il tatami e lì sopra steso, mi attende un futon.
I miei compagni di viaggio stanno già dormendo, ma io no.
Sono sveglia, come sempre persa nei miei pensieri notturni.
Ascolto musica e guardo fuori.
Seduta su una sedia, indosso uno yukata, i piedi che toccano il vetro della vetrata dalla quale, al buio, ammiro la città.
Osaka.
Da qui inizia il nostro viaggio nel giappone moderno.
Abbiamo lasciato Kyoto, la città dei tempi e siamo approdati in una città moderna.
Luci, colori, grattacieli, strade sopraelevate che separano i palazzi, il rumore assordante che esce dalle sale del pachinco, gallerie commerciali, palazzi pieni di negozi e giardini creati dall'uomo sopra i grattacieli. Ed io sono davanti alla finestra..che ossevo silenziosa la gente che passa.
Le macchine ferme al semaforo, le biciclette parcheggiate sul marciapiede...e nel mio godurioso e rilassante momento di silenzio mi tuffo nella mia fantasia ed inizio a scrivere...

sabato 23 agosto 2008

Il ritorno

Fine del viaggio.
Si torna a Roma.
Scendi dall'aereo, dove per 12 ore, il tuo sedere si è appiattito e le tue gambe non le senti più, ma sai di averle ancora.
La mente non ti segue, perchè ancora non vuole realizzare che sei tornata.
Aereoporto di Fiumicino.
Solito caos, valige da attendere, con la speranza che arrivino non troppo mal ridotte.
Cominci ad incazzarti, perchè inizia l'attesa...
La tua prima attesa nel tuo civilissimo paese.
Guardi per terra e ritrovi la zozzeria che hai lasciato quando sei partita, la zozzeria che non hai mai trovato nel paese in cui sei andata.
Tristemente realizzi.
Sono in Italia...e da lì ti ributti involontariamente nel solito tram tram di incazzature di tutti i giorni.
E' bastato scendere dall'aereo...è bastato uno sguardo fugace intorno...è bastato ascoltare il vociare della gente...
Comunque, non sono qui per scrivere male del mio paese, c'è sempre tempo per farlo (e anche troppo spesso lo faccio).
Il Giappone, dove sono stata per 13 giorni, mi ha folgorato.
Mi sono innamorata.
La spiritualità dei sui templi, i silenzi, il caos creato dalla cicale nei parchi, il cibo buono, il folle rumore delle sale di Pachinco, i grattacieli di Tokio, i continui ringraziamenti della gente in giro, la totale assenza di rifiuti, la bellezza quasi poetica dei pali della corrente, i bagni pubblici, i manga, i poster dei cartoni animati ovunque, le migliaia di distributori autimatici sparsi per le strade, il WC con i suoi magici tasti laterali, le biciclette parcheggiate sui marciapiedi, le coloratissime illuminazioni notturne, il caldo asfissiante...
Tutto questo ed altro ancora...e io penso.
Cazzo, ci sono proprio stata.
Ok! Eccola la solita ripetitiva...mi entusiasmo, mi emoziono, mi perdo nei ricordi del mio viaggio e ripeto le solite cose.
Ma quello che non è scontato sono le sensazioni che ho vissuto, i rumori, i sapori e quello che i miei occhi hanno visto nei 13 giorni vissuti lì.
Per questo mi sembra giusto allegare alcune foto......

A.













































lunedì 4 agosto 2008

E così iniziano le mie ferie

Ci sono arrivata.
Ora posso dire di essere realmente in ferie.
Domani si parte...(anzi...oggi..tra poche ore) ed io sono qui a raccontare l'ultima mia avventura.
Già, perchè io e mia madre questa sera ci siamo vissute una bella mezz'ora di adrenalina pura, con tanto di fuga per le scale.
Una di quelle classiche cose che capitano in questo periodo...in cui si muore di caldo e la gente impazzisce.
Una di quelle che, se ci pensi, Hitchcok era un genio a creare i suoi film, perchè i soggetti fuori di testa ci sono davvero e se ci tieni particolarmente ad incontrarli agosto è il periodo giusto.
Poi se hai..
- un palazzo in Viale Mazzini, completamente vuoto, perchè pieno di uffici e quei pochi soggetti che ci abitano hanno talmente tanti soldi da potersi permettere lunghe vacanze fuori Roma.
- un caldo fotonico, che sudi solo a respirare, con la conseguenza di avere il cervello a temperatura forno.
- ore ventitre di domenica sera.
- uomo da solo, sulla quarantina, che ansima e suda come un porco, perchè ha una crisi o si è appena finito di bere tutto il mondo alcool.
- donna completamente caghetta (IO).
- altra donna, poco caghetta e reattiva, che cerca di comunicare anche con i sassi e che, per riprendere il suo cellulare scalerebbe anche il k2 in mutande (mia madre).
- portiere del palazzo, salvatore, nonchè accompagnatore delle due soggette.
- gueststar: vecchietta in vestaglia con la voce stridula, che sembra un personaggio di Psycho.
Diamo una bella impastata a tutti questi ingredienti ed ecco che l'avventura prende forma.
Ora come sono andate le cose immaginatelo voi...ogniuno a suo modo può crearsi una storiella.
Io sono qui a raccontare, quindi sono illesa e, soprattutto, se sono qui vuol dire che il cellulare è stato recuperato.
Ora non mi resta che andarmene a fare una bella doccia, per scorllarmi di dosso tutta la pesantezza di questa giornata, che è uniziata alle 8 di questa mattina e che non è ancora finita.

Io allora vado...scendo dall'albero con le mie valige in mano (sempre la solita sfollata).
Vi dò, così, la possibilità di disintossicarvi dalla mia costante presenza.
...e chi lo sà, magari tra qualche giorno già vi manco....

A.

venerdì 1 agosto 2008

Prima di dormire

Notte.
Silenzio totale nella mia stanza.
Questa stanza che non ha più forma. Piena di mobili ammassati. Scatoloni. Gli armadi vuoti. Libri ed abiti sparsi in giro per la casa o in qualche cantina, in attesa di tornare al loro posto.
Non ho sonno. Come sempre a quest'ora.
Sto mentendo.
Ho tanto sonno, ma non mi va di andare a dormire, perchè voglio ancora vivere questa giornata. Ho voglia di farla durare fino a che i miei occhi non si gonfiano, fino a che non mi rimane neanche più la forza di pigiare i tasti della tastiera di questo computer.
E' buio intorno a me. Non ci sono luci accese...ma io vedo grazie alla luce bianca dello schermo che mi sta davanti.
La finestra è aperta, ma non arrivano rumori. Tutti dormono, o almeno sono nelle loro case in silenzio, perchè non si sente neanche un rumore.
Anche le macchine hanno smesso di passare.
Di solito a quest'ora c'è sempre il coglione che corre, che fa le gare sulla strada che, sistematicamente, quando arriva alla curva giù in fondo si fa sentire da tutto il quartiere..e magari, dentro di se, si sente anche fico. Il coglione.
Io sono qui. Sono seduta e scrivo.
In realtà non ho nulla da dire. Non ho pensieri. Non ho particolari stati d'animo da raccontare.
Scrivo perchè ho iniziato, perchè dopo aver digitato la parola "notte" è uscito tutto il resto.
Anche il mio gatto mi ignora.
Starà sicuramente sdraiato su qualche letto a dormire, con le zampe in bilico, tutto allungato sul suo fianco preferito.
Fa caldo da morire questa notte.
E in questa casa non ci sono i condizionatori.
Noi qui siamo ancora antiche. Noi qui usiamo il vecchio ventilatore, che ogni anno rimane in giro per casa in attesa che arrivi il natale.
Sì, perchè a Natale scendi in cantina a prendere gli addobbi natalizi e lasci giù il ventilatore.
Che poi in reatà questo succedeva fino a qualche anno fa, perchè io un paio di natali in questa casa me li sono persi e, la mia assenza, ha prodotto zero addobbi di natale, quindi zero spostamenti di ventilatore.
Alla mia destra c'è la nuova valigia. Comprata per il mio viaggio. E' ancora vuota. Non ho avuto tempo di riempirla.
Ci penso da giorni a tutte le cose che devo portarmi, ma ancora non mi va.
Ancora non le ho preparate. La lista è più o meno pronta, nella mia testa, ma non mi sono attivata fisicamente.
Cazzo sto per andare in Giappone...e sono qui a far finta che non sia vero.
Che non è mio il viaggio.
Che il nome Alessia stampato sul biglietto aereo, che sta sul tavolo "dillà", appartenga ad un'altra persona.
Ma se sono giorni che esterno la mia pazza gioia per questo viaggio in tutti i modi possibili.
Lo sanno tutti che parto.
TUTTI.
Ho stracciato i "maroni" ai miei amici, e anche a quelli che mi conoscono appena.
E questa sera, mentre passeggiavo, con delle mie amiche, tra le bancarelle dei libri di Castel Sant'Angelo...ho ritrovato il motivo vero...che da anni mi fa sognare di visitare questo paese.
Stavo in curiosando in una bancarella di vecchi libri usati, ed una mia amica mi ha fatto notare un ripiano pieno di manga.
Mi sono illuminata, li ho presi uno per uno, ed ho iniziato a sfogliare le pagine.
E come sempre mi sono persa nelle storie assurde, in quegli occhioni enormi, in quei corpi stampalati e nei diversi ma sempre belli stili di disegno. Mi è venuta la voglia di comprarli tutti. Come sempre, da 13 anni.
Alla fine ne ho preso uno...spesa 1Euro.
Storie di Kappa n. 94 - aprile 2000 (all'epoca costava £8.000).
Chiudo inoltrando il disegno che mi ha fatto decidere di comprarlo...

Ryugetsusho II di Ryoichi Ikegami


mercoledì 30 luglio 2008

Le ferie sono vicine...riflessioni

Salve amici naviganti,
oggi sono qui a riflettere sul fatto che le mie ambite vacanze sono arrivate.
Tra pochi giorni si parte...destinazione Sol levante..
Si siii...
ok già si sapeva..
ed ho anche abbastanza scassato i maroni..sull'argomento "gioia estrema da partenza", però adesso siamo proprio arrivati..è quasi ora di lasciare il mio albero.....
Bisogna preparare la valigia, da non riempire all'andata, per farla poi esplodere di robba al ritorno...sì perchè io e i miei compagni di viaggio in tal senso abbiamo brutte intenzioni.
Vai in Giappone e non torni con tutto il paese nella valigia...minimo.
E' pur vero che se non ci diamo una calmata, quelli non ci fanno tornare e a quel punto mi tocca cercare un nuovo albero lì.
Ecco.
Riflettevo proprio su questo..
e se non torno?!
e se improvvisamente impazzisco...e presa da un attacco di panico resto lì...
dopo tutto, ho così tante aspettative su questo viaggio...che potrei anche decidere di non farlo finire.
Potrei....zitta zitta svignarmela da qualche parte e restarci.
Sparire dalla circolazione per un po'.
Restare sul serio seduta su un ramo, di un fantastico albero "giappo" (che so' stupendi), a guardare il mondo che va avanti...
La frenesia della gente..
la vita che corre...
e io lì... ferma... immobile a guardare tutto questo che passa.
A riflettere sulla mia vita.
A vivere dei miei respiri, con lo sguardo che si perde nell'orizzonte....
Direi...fantastico...ed anche poetico....
Ma non è questa la vera scimmia...o almeno il mio essere scimmia, perchè se anche mai iniziassi a fare una cosa del genere...dopo 5 minuti (perchè 10 sono troppi)..inizierebbe a prudermi (che ne so') la spalla...e quindi già mi muovo..
poi il formicolio alle gambe...
poi ...stando seduta..sola, in silenzio, inizierei a fare il "People Watching" e quindi, sicuro mi metterei a dire la mia su ogni strano figuro che passa...e mica in silenzio. Seeeee!!!
Lo farei ad alta voce. Quindi parlerei da sola.
Perchè zitta nn ci so stare "MAI".
Ed ecco che in meno di 10 minuti, tutta la poesia della mia fuga silenziosa, si è frantumata.
Allora ricapitoliamo...io parto il 04/08...ed il 17/08 sono di nuovo qui...e si ricomincia con la baldoria.

BACI!!!!

A.

domenica 27 luglio 2008

Recensione 1.





La notte scorsa ho finito di leggere questo libro, " La solitudine dei numeri primi", autore Paolo Giordano (il suo primo libro), che ha vinto il premio Strega 2008.

Me ne avevano parlato bene, così un giorno mentre mi trovavo alla posta di viale Mazzini (che ormai è un supermercato) l'ho visto sugli scaffali ed ho iniziato a sfogliarlo. Mi ha preso subito, ma non l'ho comprato lì, ho aspettato ancora due giorni, poi non ho resistito e l'ho preso in una grande libreria a Cola di Rienzo.

Il libro é bello, è scritto molto bene, cattura l'attenzione del lettore dalle prime righe, i suoi personaggi ti prendono per mano e con delicatezza ti accompagnano lungo la loro storia, trasmettendoti le loro emozioni, la loro estrema solitudine, la loro voglia di intrecciarsi l'un l'altro..senza mai riuscere a toccarsi veramente.

E' un libro che consiglio di leggere.


A.

giovedì 24 luglio 2008

Il Cavaliere Oscuro

Ieri sera ho visto il film di Batman "Il cavaliere oscuro".
Ok...se vai a vedere un film del genere sai già cosa aspettarti, effetti speciali a gogo contornati dalla storia, riscritta, dell'uomo pipistrello.
Però questa volta a parte la coattata di effetti speciali, il cast di bravi attori, gli accessori ed i mezzi di trasporto "da Paura" del pipistrello, il film proprio non parte ed è veramente troppo lungo....o meglio allungato.
Ci sono dei spunti che possono anche prendere, ma rimani lì in attesa del momento che non arriva, con tratti di buonismo e di sofferenza che, sono spesso banali.
Ciò che arriva, che ti colpisce...che ti acchiappa..è il Joker.
Seriamente malato di mente, psicopatico, dissociato, schizzofrenico, assassino freddo, bello e sudicio.
Bravo l'attore...ma nel contesto del film direi anche troppo caratterizzato sto' Joker, perchè alla fine per un'interpretazione tale, serviva un altro film.
E Batman??
Lui, l'uomo accessorio. Cazzi e cazzetti tecnologici che manco tutta la CIA insieme produce, invincibile e immortale, ma questa volta contornato da una schiera di topolone mai viste.
Ok. Ci vanno anche bene le topolone (per le quali in una scena del film è scattato un'applauso), però sto Batman è troppo moscio, mentre Bruce Wayne troppo coatto.
La storia insomma non tiene....
Grande attesa per un "film effettone speciale" che quando esci lascia molto poco..
L'unica cosa che pensi è "Peccato che Heat Ledger è morto. Era davvero bravo. ",ma appunto non stai parlando del film.

A.

domenica 20 luglio 2008

Composizioni al lago

Autori:
Zac Senior
Zac Junior
Guest Star - Fratello Alesi.

Giornata al lago di Bracciano..
Bagni, ninne, cibo e....che altro fare....
no racchettoni, no palla....
Ok accendiamo il lato "C" del cervello e creiamo...anzi deliriamo...
1) Testo di canzone elaborato per la categoria dei cantanti neo melodici italiani...
della serie...Sole, Cuore, Amore...

Solo al sole
Brucia il cuore
non c'è amore
e penso che..
Se tu fossi qui
questa giornata non sarebbe così
sorriderei insieme a te e poi...
tutto il mondo parlerà di noi
perchè questa storia è importante
tu sei il mio amore grandeeee
Se tu fossi qui
questa giornata non sarebbe così
ti stringerei forte a me e poi..
tutto il mondo parlerà di noi
perchè questa storia è importante 
tu sei il mio amore sempreeeee

2) il testo di questa canzone è stato elaborato per sfatare una specie di mito che alcuni maschi decelebrati hanno (soprattutto in fase rincoglionito-innamorato di ragazzetta fashion/donna da taschino).
Anche le donne vanno in bagno...

Lei era la donna dei sogni miei
Bella, sensuale, ma piena di nei
Avrei dovuto capire qualcosa io
ma ero perso negli occhi suoi...
L'ho conosciuta e la mia vita è cambiata
perchè era proprio una fata
ma dopo una cena dal "cinese"
lei in bagno c'è cascata
un tanfo nauseabondo
s'era cacata pure il mondo
e da lì ho scoperto che..
Le donne vanno al bagno
come ce va pure l'uomo ragnooo
e quando sono sole in quel posto lì 
sono come noi maschiii
niente trucchi ne profumi
no fragole o frappè
fanno grandi produzioni..
come quelle che fai teeee.