domenica 31 agosto 2008

Una bella serata

E' notte.
Ho gli occhi aperti.
Sono sul letto, sdraiata, in una casa non mia.
Morfeo non è ancora passato a prendermi. non è ancora il momento di cadere tra le sue braccia.
Ho passato una serata bellissima.
Una semplice serata tra amiche, dove la musica ci ha riportato indietro nel tempo..negli anni 90...
Quando la nostra vita era tutta un'emozione, quando si lottava per rimanere fuori casa la sera fino a tardi. I pianti, le risate, la prima vacanza da sole, la terrificante serata a Fregene, gli amori impossibili..e noi eravamo lì insieme a raccontare le nostre storie...ed oggi in questa calda serata di fine estate siamo ancora qui, insieme, a ricordare e a ballare come pazze, scalze in mezzo alla gente...
Adesso, però, è arrivato Morfeo.
Sarà l'effetto del vino rosso bevuto, ma lo vedo davanti a me.
Bello, scuro, con i capelli intrecciati come i rami di un albero.
Mi sorride...ed io non posso fare altro che tuffarmi tra le sue possenti braccia.
So che si prenderà cura di me e che mi cullerà per tutto il resto della notte.

A.

martedì 26 agosto 2008

Appunti dal Giappone

Pensieri sull'aereo, 04 agosto 2008

In volo da nove ore.
Un viaggio molto tranquillo.
Film. Giochi. Ninne, con il cervello che piomba in sogni assurdi.
Mia sorella gioca ad una specie di packman e ogni tanto scazza perchè perde.
Il nostro compagno di viaggio legge.
Mancano ancora tre ore al nostro arrivo in Giappone....
...
..Adesso siamo quasi arrivati ad Osaka...
In questo viaggio abbiamo mangiato come tre porcelli!!!


Kyoto, 08 agosto 2008

Una città caldissima, umida che, mentre cammini ti senti un phon puntato in faccia, con un tizio a fianco che ti tira acqua calda, e non vedi l'ora di correre dentro un negozio per riprendere fiato sotto un bocchettone di aria condizionata.
Questo è quello che percepisci esternamente..quello che rimane in superficie...poi c'è il resto..che è incantevole..e si prenota uno spazio nei tuoi ricordi.
Una città abitata da persone cortesi, silenziose, un luogo dove divertirsi, rilassarsi e pulirsi l'anima.
Con i suoi bellissimi templi ed i loro curatissimi giardini. Le antiche case di legno, le stradine lastricate del quartiere di Gion.
La gente che, la sera, si siede lungo le sponde del fiume a prendere fresco.
Una città dove è bello perdersi nelle strade e dove, volendo, basta una stupida cartina o semplicemente un po' di orientamento per trovare tutto.
E poi i suoi vicoli sovrastati da numerosi cavi elettrici che, a dirlo sembra strano, ma sono belli e rendono il vicolo stesso, piacevole da guardare...


Osaka, 09 agosto 2008

Stanza d'albergo al settimo piano con due grandi vetrate che affacciano sulla strada.
La stanza è in stile giapponese, c'è il tatami e lì sopra steso, mi attende un futon.
I miei compagni di viaggio stanno già dormendo, ma io no.
Sono sveglia, come sempre persa nei miei pensieri notturni.
Ascolto musica e guardo fuori.
Seduta su una sedia, indosso uno yukata, i piedi che toccano il vetro della vetrata dalla quale, al buio, ammiro la città.
Osaka.
Da qui inizia il nostro viaggio nel giappone moderno.
Abbiamo lasciato Kyoto, la città dei tempi e siamo approdati in una città moderna.
Luci, colori, grattacieli, strade sopraelevate che separano i palazzi, il rumore assordante che esce dalle sale del pachinco, gallerie commerciali, palazzi pieni di negozi e giardini creati dall'uomo sopra i grattacieli. Ed io sono davanti alla finestra..che ossevo silenziosa la gente che passa.
Le macchine ferme al semaforo, le biciclette parcheggiate sul marciapiede...e nel mio godurioso e rilassante momento di silenzio mi tuffo nella mia fantasia ed inizio a scrivere...

sabato 23 agosto 2008

Il ritorno

Fine del viaggio.
Si torna a Roma.
Scendi dall'aereo, dove per 12 ore, il tuo sedere si è appiattito e le tue gambe non le senti più, ma sai di averle ancora.
La mente non ti segue, perchè ancora non vuole realizzare che sei tornata.
Aereoporto di Fiumicino.
Solito caos, valige da attendere, con la speranza che arrivino non troppo mal ridotte.
Cominci ad incazzarti, perchè inizia l'attesa...
La tua prima attesa nel tuo civilissimo paese.
Guardi per terra e ritrovi la zozzeria che hai lasciato quando sei partita, la zozzeria che non hai mai trovato nel paese in cui sei andata.
Tristemente realizzi.
Sono in Italia...e da lì ti ributti involontariamente nel solito tram tram di incazzature di tutti i giorni.
E' bastato scendere dall'aereo...è bastato uno sguardo fugace intorno...è bastato ascoltare il vociare della gente...
Comunque, non sono qui per scrivere male del mio paese, c'è sempre tempo per farlo (e anche troppo spesso lo faccio).
Il Giappone, dove sono stata per 13 giorni, mi ha folgorato.
Mi sono innamorata.
La spiritualità dei sui templi, i silenzi, il caos creato dalla cicale nei parchi, il cibo buono, il folle rumore delle sale di Pachinco, i grattacieli di Tokio, i continui ringraziamenti della gente in giro, la totale assenza di rifiuti, la bellezza quasi poetica dei pali della corrente, i bagni pubblici, i manga, i poster dei cartoni animati ovunque, le migliaia di distributori autimatici sparsi per le strade, il WC con i suoi magici tasti laterali, le biciclette parcheggiate sui marciapiedi, le coloratissime illuminazioni notturne, il caldo asfissiante...
Tutto questo ed altro ancora...e io penso.
Cazzo, ci sono proprio stata.
Ok! Eccola la solita ripetitiva...mi entusiasmo, mi emoziono, mi perdo nei ricordi del mio viaggio e ripeto le solite cose.
Ma quello che non è scontato sono le sensazioni che ho vissuto, i rumori, i sapori e quello che i miei occhi hanno visto nei 13 giorni vissuti lì.
Per questo mi sembra giusto allegare alcune foto......

A.













































lunedì 4 agosto 2008

E così iniziano le mie ferie

Ci sono arrivata.
Ora posso dire di essere realmente in ferie.
Domani si parte...(anzi...oggi..tra poche ore) ed io sono qui a raccontare l'ultima mia avventura.
Già, perchè io e mia madre questa sera ci siamo vissute una bella mezz'ora di adrenalina pura, con tanto di fuga per le scale.
Una di quelle classiche cose che capitano in questo periodo...in cui si muore di caldo e la gente impazzisce.
Una di quelle che, se ci pensi, Hitchcok era un genio a creare i suoi film, perchè i soggetti fuori di testa ci sono davvero e se ci tieni particolarmente ad incontrarli agosto è il periodo giusto.
Poi se hai..
- un palazzo in Viale Mazzini, completamente vuoto, perchè pieno di uffici e quei pochi soggetti che ci abitano hanno talmente tanti soldi da potersi permettere lunghe vacanze fuori Roma.
- un caldo fotonico, che sudi solo a respirare, con la conseguenza di avere il cervello a temperatura forno.
- ore ventitre di domenica sera.
- uomo da solo, sulla quarantina, che ansima e suda come un porco, perchè ha una crisi o si è appena finito di bere tutto il mondo alcool.
- donna completamente caghetta (IO).
- altra donna, poco caghetta e reattiva, che cerca di comunicare anche con i sassi e che, per riprendere il suo cellulare scalerebbe anche il k2 in mutande (mia madre).
- portiere del palazzo, salvatore, nonchè accompagnatore delle due soggette.
- gueststar: vecchietta in vestaglia con la voce stridula, che sembra un personaggio di Psycho.
Diamo una bella impastata a tutti questi ingredienti ed ecco che l'avventura prende forma.
Ora come sono andate le cose immaginatelo voi...ogniuno a suo modo può crearsi una storiella.
Io sono qui a raccontare, quindi sono illesa e, soprattutto, se sono qui vuol dire che il cellulare è stato recuperato.
Ora non mi resta che andarmene a fare una bella doccia, per scorllarmi di dosso tutta la pesantezza di questa giornata, che è uniziata alle 8 di questa mattina e che non è ancora finita.

Io allora vado...scendo dall'albero con le mie valige in mano (sempre la solita sfollata).
Vi dò, così, la possibilità di disintossicarvi dalla mia costante presenza.
...e chi lo sà, magari tra qualche giorno già vi manco....

A.

venerdì 1 agosto 2008

Prima di dormire

Notte.
Silenzio totale nella mia stanza.
Questa stanza che non ha più forma. Piena di mobili ammassati. Scatoloni. Gli armadi vuoti. Libri ed abiti sparsi in giro per la casa o in qualche cantina, in attesa di tornare al loro posto.
Non ho sonno. Come sempre a quest'ora.
Sto mentendo.
Ho tanto sonno, ma non mi va di andare a dormire, perchè voglio ancora vivere questa giornata. Ho voglia di farla durare fino a che i miei occhi non si gonfiano, fino a che non mi rimane neanche più la forza di pigiare i tasti della tastiera di questo computer.
E' buio intorno a me. Non ci sono luci accese...ma io vedo grazie alla luce bianca dello schermo che mi sta davanti.
La finestra è aperta, ma non arrivano rumori. Tutti dormono, o almeno sono nelle loro case in silenzio, perchè non si sente neanche un rumore.
Anche le macchine hanno smesso di passare.
Di solito a quest'ora c'è sempre il coglione che corre, che fa le gare sulla strada che, sistematicamente, quando arriva alla curva giù in fondo si fa sentire da tutto il quartiere..e magari, dentro di se, si sente anche fico. Il coglione.
Io sono qui. Sono seduta e scrivo.
In realtà non ho nulla da dire. Non ho pensieri. Non ho particolari stati d'animo da raccontare.
Scrivo perchè ho iniziato, perchè dopo aver digitato la parola "notte" è uscito tutto il resto.
Anche il mio gatto mi ignora.
Starà sicuramente sdraiato su qualche letto a dormire, con le zampe in bilico, tutto allungato sul suo fianco preferito.
Fa caldo da morire questa notte.
E in questa casa non ci sono i condizionatori.
Noi qui siamo ancora antiche. Noi qui usiamo il vecchio ventilatore, che ogni anno rimane in giro per casa in attesa che arrivi il natale.
Sì, perchè a Natale scendi in cantina a prendere gli addobbi natalizi e lasci giù il ventilatore.
Che poi in reatà questo succedeva fino a qualche anno fa, perchè io un paio di natali in questa casa me li sono persi e, la mia assenza, ha prodotto zero addobbi di natale, quindi zero spostamenti di ventilatore.
Alla mia destra c'è la nuova valigia. Comprata per il mio viaggio. E' ancora vuota. Non ho avuto tempo di riempirla.
Ci penso da giorni a tutte le cose che devo portarmi, ma ancora non mi va.
Ancora non le ho preparate. La lista è più o meno pronta, nella mia testa, ma non mi sono attivata fisicamente.
Cazzo sto per andare in Giappone...e sono qui a far finta che non sia vero.
Che non è mio il viaggio.
Che il nome Alessia stampato sul biglietto aereo, che sta sul tavolo "dillà", appartenga ad un'altra persona.
Ma se sono giorni che esterno la mia pazza gioia per questo viaggio in tutti i modi possibili.
Lo sanno tutti che parto.
TUTTI.
Ho stracciato i "maroni" ai miei amici, e anche a quelli che mi conoscono appena.
E questa sera, mentre passeggiavo, con delle mie amiche, tra le bancarelle dei libri di Castel Sant'Angelo...ho ritrovato il motivo vero...che da anni mi fa sognare di visitare questo paese.
Stavo in curiosando in una bancarella di vecchi libri usati, ed una mia amica mi ha fatto notare un ripiano pieno di manga.
Mi sono illuminata, li ho presi uno per uno, ed ho iniziato a sfogliare le pagine.
E come sempre mi sono persa nelle storie assurde, in quegli occhioni enormi, in quei corpi stampalati e nei diversi ma sempre belli stili di disegno. Mi è venuta la voglia di comprarli tutti. Come sempre, da 13 anni.
Alla fine ne ho preso uno...spesa 1Euro.
Storie di Kappa n. 94 - aprile 2000 (all'epoca costava £8.000).
Chiudo inoltrando il disegno che mi ha fatto decidere di comprarlo...

Ryugetsusho II di Ryoichi Ikegami