martedì 16 settembre 2008

Guardarsi indietro

Ieri mattina mi sono svegliata, ma non era presto....Ho lasciato suonare la sveglia per più di un'ora, poi, all'ultimo minuto utile per non arrivare troppo tardi in ufficio, ho poggiato i piedi a terra e mi sono alzata.
Occhi gonfi per il sonno, capelli piatti, faccia spenta, voce da orco.
Una donna meravigliosa.
Sono riuscita in 20 minuti a prepararmi...e ad uscire di casa senza sembrare un mostro.
Ho indossato il mio nuovo giacchetto di pelle nero (fintissima pelle) che però, cazzo, mi da un tono fico e sono scesa in garage a prendere il mio bolide.
Solita corsa al lavoro..cercando di non schiantarmi...svicolando tra le macchine...con la speranza di trovare meno traffico possibile, ma con le scuole appena aperte...c'era il delirio..
Arrivata a lavoro con qualche minuto di ritardo...ho cominciato la mia giornata.
Ho acceso la macchina del caffè, la fotocopiatrice e i pc poi, però, è accatuto qualcosa di molto strano..
Nella mia stanza, sul muro, di fronte alla mia scrivania, si è aperta una finestra.
Io da brava scimmia curiosa mi sono subito avvicinata e ho sporto la testa al suo interno per dare un occhiata...e davanti ai miei occhi si è materializzata la mia vita passata..
Non è stata una sensazione sgradevole, ma mi sembrava di assistere ad un film.
Un film nel quale la protagonista mi assomigliava tanto.
Mi sono allontanata dalla finestra..dovevo lavorare, ma non l'ho chiusa, l'ho lasciata aperta..perchè ogni tanto con la coda dell'occhio volevo ancora curiosare.
Volevo in qualche modo tenere un contatto visivo.
Volevo che la protagonista di quel film e gli altri attori avessero modo di vedermi, di vedere quello che sono ora, quello che faccio, come vivo la mia vita.
Si avrei tanto voluto affacciarmi di nuovo e gridare..."Ehi voi..guardatemi!...Guardatemi adesso", ma non l'ho fatto.
Sono rimasta seduta sulla mia sedia per tutto il resto del giorno poi, in serata, poco prima di andare via.....mi sono sentita ispirata. Mi sono alzata, mi sono avvicinata alla finestra, mi sono affacciata per un secondo e ho visto lei, la protagonista.
Ci siamo guardate negli occhi ed io le ho sorriso perchè così volevo salutarla.
Ho chiuso la finestra e sono andata via.
Quasta mattina, quando sono tornata a lavoro, entrando nella mia stanza ho guardato il muro, la finestra non c'era più.

A.

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