martedì 30 settembre 2008

...la ascolto ed inizio a ballare......

Ecco questa è una delle canzoni che mi smuove dentro.
Ogni singola volta che la sento non posso fare a meno di muovermi e ballare...in qualunque posto io sia....a casa, in un locale, in un supermecato..ovunque...è inevitabile...la sensazione di movimento parte dalla mia pancia..e da lì si espande in tutto il mio corpo...ed io mi fermo solo quando la canzone finisce.

http://it.youtube.com/watch?v=Tr4OglBYpus



Pharrell Williams
Number One
(album In My Mind 2006)
(feat. Kanye West)

[Intro - Kanye West (Pharrell)]
World's... world's... world's famous [2X]
Your now listening to (girl)
Skateboard P and the Louis Vuitton Don (I'm back)
It's so unfair so unreasonable
Let's go

[Verse 1 - Pharrell (Kanye West)]
I musta hurt your feelings (come on)
Your temper hit the ceiling
You know I wanna talk to you (get em P)
Oh girl come on (come on)
But to maintain this living (come on come on)
God knows it's not given (come on)
You know I got a lots to do (let's take em up)
Oh girl come on (come on)
I know this part ain't pretty (come on come on)
But you know I been busy (yeah)
Thats why I can't talk long on the phone (uh huh)
Oh girl come on (come on)
So honey if you with me (come on come on)
Know I'll look for your pretty (yeah)
Face to smile when I get home
And when we make love you know it's gon' be amazing (yeah)
Cause you're my

[Chorus - Pharrell (Kanye West)]
Number 1 (baby girl you and me)
Smash hit (thats a hit to me)
Off the charts (look how she get to me)
Classic (she may not be nothing to you but she the shit to me)
Soon as I'm done (tell me how you love that)
I'm dashing (number 1 can't put nothing above that)
Home to hold your heart (you deserve a verse from me)
And smash it (we gon' party like it's our anniversary)
Go

[Verse 2 - Pharrell (Kanye West)]
Didn't I just tell ya (yo)
That you're my Cinderella (get em P)
My dream ball ain't fixed one sight (come on)
Oh girl come on (come on come on)
Baby.. you know I'd rather be where you are (world's famous)
You are my shining star
But last night that just wasn't right
Oh girl come on (come on come on)
I know this part ain't pretty (come on)
But you know I been busy
Thats why I can't talk long on the phone (the international)
It's hard for you baby girl come on (world's famous)
So honey if you with me (yeah)
Know I'll look for your pretty (everybody)
Face to smile when I get home (I need you to sing along with me)
And when we make love you know it's gon' be amazing (this part right here it's coming up check it out)
Cause you're my (everybody say)

[Chorus - Pharrell (Kanye West)]
Number 1 (baby girl you and me)
Smash hit (thats a hit to me)
Off the charts (look how she get to me)
Classic (she may not be nothing to you but she the shit to me)
Soon as I'm done (tell me how you love that)
I'm dashing (number 1 can't put nothing above that)
Home to hold your heart (you deserve a verse from me)
And smash it (we gon' party like it's our anniversary)
Go
[2X]

[Verse 3 - Kanye West]
Yesterday I was half the man you see
Baby thats because you the other half of me
You my number 1 hit on the line of the charts
I'mma (FedEx) my love and have you +sign+ for my heart
For my number 1 I keep ya dumb fly
Fresh to death you like after death
I resurrected my gold Jesus of Nazareth
Now we (Fresh) as a (Prince) while they (Jazzy Jeff)
And you don't be saying shit when they asking questions
A-a-and you be giving me my space a-a-and
You don't be running on +myspace+ a-a-and
You know some other shit I hate w-w-what
W-w-when they violate b-but
Tonight man I ain't in the mood for it
Don't matter who wore it, you wore it.
Look how ya co-or Dinated man that's my favorite
I love the way that it

[Chorus - Pharrell (Kanye West)]
Number 1 (fits on you)
Smash hit (girl that's the shit on you)
Off the charts (look how she get to me)
Classic (she may not be nothing to you but she the shit to me)
Soon as I'm done (t-tell me how you love that)
I'm dashing (number 1 can't put nothing above that)
Home to hold your heart (you deserve a verse from me)
And smash it (we gon' party like it's our anniversary)

Number 1 (come on come on)
Smash hit (you're my number 1 girl) (come on)
Off the charts
Classic (you're my number 1 girl) (come on)
Soon as I'm done (come on come on)
I'm dashing (you're my number 1 girl) (come on)
Home to hold your heart
And smash it (you're my number 1 girl) (take em up)

[Outro - Kanye West (Pharrell)]
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)
World's... world's... world's famous (you're my number 1 girl)

lunedì 29 settembre 2008

..sulle note di Portami via...

La musica è di G. Allevi.
Album "Joy".
Brano n. 2 "Portami via".
...dire che questo cd è bello è riduttivo, credo sia più che altro un opera d'arte......la sua musica, il suo modo di suonare il piano....hanno la capacità di trasportarti lontano, ti perdi e ritorni nella realtà solo quando il brano è finito.
Così è stato quel giorno, di tanto tempo fa, in cui io sulle note di "portami via" ho scritto un sms.
Un pensiero breve per una persona cara.
E' un messaggio romantico, smielato, dolce come un sacco di zucchero, ma ho deciso di postarlo perchè ricordo con esattezza la senzazione che provavo in quel momento.
Io ero felice.

"io e te su una nuvola, sdraiati sulla sua soffice ovatta bianca.
Ti guardo negli occhi
ti stringo la mano e sorrido,
tu sorridi...
il mio cuore è felice e
sotto un fresco cielo azzurro
noi voliamo verso il nostro domani".

A.

...dentro la mia testa.......

Entro in punta di piedi nella mia testa.
Ho deciso di mettere un po' d'ordine. Devo sistemare la libreria della memoria, chiudere bene i cassetti dei ricordi, controllare che i scatoloni, pieni dei pensieri da buttare, siano ben siggillati.
Appena entrata mi guardo intorno.
So già cosa mi aspetta ogni volta che metto piede in quella stanzetta.
Sì perchè non è che parliamo di un ambiente enorme, si tratta proprio di una stanzetta, talmente piena di "robba" da rischiare di scoppiare da un momento all'altro.
Ci sono anche dei fogli bianchi che svolazzano al centro della stanza .
Sono sparati in aria da una vecchia stampante, poggiata su un mobiletto di legno a ridosso della parete alla mia sinistra.
Quell'attrezzo è sempre attivo, produce pensieri ed ogni pensiero concluso lo stampa su un foglio e lo sputa per aria.
Ne riesco a prendere uno, prima che cada a terra.
C'è su scritto "Oggi ho chattato su msn con i miei amici, ho, come al solito, perso tempo a lavoro. Uff che palle il lavoro. Se il telefono squilla ancora lo brucio. Ho fame!! O mio dio la stanza in cui vivo è un tugurio".
Ecco, penso "questo è da eliminare subito, prima che vada a sommarsi agli altri fogli che sono sul pavimento".
Lo appallottolo e lo lancio in uno dei scatoloni ancora aperti.
Mi soffermo per un attimo a guardare la stanza.
Ci sono pochi mobili. Di fronte alla porta si trovano un paio di finestrelle, con le serrande mezze abbassate. Da lì entra sempre luce, sembrerebbero i raggi del sole, ma non ho mai capito se lo sono o meno. Dopo tutto sono nella mia testa, e lì non possono esserci i miei occhi, mica sono un mostro con gli occhi sulla fronte!
Sotto le finestrelle, c'è una libreria bassa.
Al suo interno sono riposti i miei ricordi vivi, quelli nuovi e quelli relativamente vecchi, potremmo chiamarla "la libreria della memoria utile".
Tutto è messo in modo da essere facilmente catalogato, e tirato fuori ogni volta che ne ho bisogno. Ecco quello è l'unico mobile della stanza dove non devo mettere mano. E' assolutamente in ordine.
A fianco alla porta, alla mia destra, c'è un vecchio armadio.
L'armadio dei desideri, dei progetti, delle mie idee sul futuro e di tutte le cose che ho realizzato.
Adoro questo armadio. E' pieno di fogli con su scritte cose allegre. Non è ordinato, ma il caos che regna al suo interno mi piace, perchè raccoglie davverò tutti i pensieri positivi che stanno nella mia testa.
Quando lo apri vieni travolto da un'ondata di gioia, entisiasmo, speranze, fantasia.
Ecco potrei dire che quel vecchio mobile contiene la parte migliore di me.
Alla mia sinistra, dietro ad alcuni scatoloni, vicino alla stampante (la quale è in piena attività e sputa carta di continuo) c'è una porta chiusa.
Lì dietro c'è uno stanzino, senza finestra, illuminato da una piccola lampadina, collegata al soffitto da un filo elettrico. Al suo interno sono montate due scaffaliere metalliche, piene zeppe di scatole e fogli sparsi.
Lì ci sono i ricordi nascosti, i momenti difficili, le cose da dimenticare, le mie paure, la mia rabbia e, soprattutto, tutto quello che non si dimentica mai, neanche quando è chiuso in una scatola messa dietro altre scatole, all'ultimo ripiano di una scaffaliera metallica, ricoperta di polvere, in uno stanzino buio, chiuso a forza da una porta.
Io li dento non ci entro mai.
So bene che per ordinare la mia testa, proprio da lì dovrei iniziare, ma non voglio entrare perchè sono cosciente del fatto che una volta entrata sarebbe difficilissimo uscire e ho la certezza che, anche se riuscissi a farlo, non uscirei in piedi.
Ecco. Il solo fatto di aver individuato quella porta mi da ansia.
Perchè per anni l'ho riempitata di tutto quello che mi faceva star male. Ho preso pacchi di ricordi, malumori, sofferenza e li ho ficcati a forza lì dentro.
L'ho fatto per avere il sorriso sul mio viso, per continuare ad essere la persona solare che sono.
Ho utilizzato quel buco, buio ed impolverato come dimenticatoio.
Però guardando quella porta, che non riesce neanche a chiudersi perfettamente, mi rendo conto, e tremo al sol pensiero, che prima o poi tutto il contenuto di quella stanza verrà fuori e invaderà
la mia testa.
Mi guardo di nuovo intorno. Mi soffermo su ogni angolo della stanza.
No.
Non c'è niente che mi va di spostare, non c'è niente da mettere a posto.
Tutto deve restare così com'è, perchè con il passare del tempo sarà questa stessa stanza a trovare la sua forma, così come l'ha trovata in tutti questi anni.
Non voglio buttare neanche gli scatoloni dei pensieri inutili, perchè in fondo anche loro hanno un'utilità qui dentro.
Un ultimo sguardo.
Mi giro ed esco.

A.

venerdì 26 settembre 2008

Il Fantasma del Vicolo

Le strade di Cannareggio sono ricoperte di nebbia questa mattina.
Io vago solitaria e l’aria gelida mi trapassa il corpo, ma non sento niente.
Sono anni, tantissimi anni, che non sento più nulla, che percorro queste strade vuote fino all’alba.
Lo faccio per non essere vista da nessuno.
Mi faccio guidare dal vento e giro senza una meta.
Silenziosa.
I miei passi sono così leggeri che, quasi, non toccano il suolo.
Una volta, ricordo, i miei passi erano rumorosi. La mia presenza in strada era gradita da tutti.
Mi piaceva farmi vedere, essere salutata, fermarmi a chiacchierare con la gente di Venezia.
Io, che veneziana non sono, mi sentivo di appartenere a questa città e la vivevo come se fosse mia, amando ogni suo angolo.
Non è più cosi da tempo. Talmente tanto che non riesco neanche più a ricordare.
So solo che la mia vita è cambiata in un istante. Il mio io di prima è svanito così velocemente da non rendermene conto.
Ed ora sono qui a vagare per queste strade, come un fantasma.
Ho perso la cognizione del tempo, ho perso la mia casa, giro sempre con i soliti quattro stracci, vagando alla ricerca del nulla, perché ad ogni passo che faccio sento la mia anima sgretolarsi.
Quando la città inizia a svegliarsi io mi nascondo.
Ho il mio posto segreto, il mio sudicio vicolo, dove non passa mai nessuno e dove io, invece, trascorro la mia esistenza.
E’ un vicolo piccolo, una stradina chiusa, abbandonata, dove dei barboni hanno lasciato stracci, un materasso ammuffito e altre cianfrusaglie, che ormai fanno solo cattivo odore.
Si vivo a ridosso di piccola discarica a cielo aperto, ma non ne sono infastidita, perché non sento il fetore che emana. Io non sento nulla. Io mi limito, ogni giorno, ad entrare nel vicolo, scavalcare la mondezza ed arrivare all’angolo, dove mi appoggio alla parete.
Lì rimango tutto il giorno. In piedi, con le mani ed il resto del mio corpo attaccato a quel muro umido.
Passo così i miei giorni. Non mi muovo, non parlo, chiudo gli occhi, ma respiro.
Io e il muro uniti da una specie di colla vitale.
Mi stacco da lì solo la notte, quando le strade si svuotano, solo per prendere aria, ma ogni volta che mi allontano il respiro si fa pesante ed io inizio a soffocare. L’aria che cerco nelle mie disperate passeggiate notturne, la ritrovo soltanto quando, la mattina, ritorno nel vicolo e mi appoggio al muro.
L’umidità che ricopre quella vecchia parete, mi dà la vita e riaccende i ricordi nella mia testa.
Le feste nel palazzo ducale, i riconoscimenti alla mia famiglia di mercanti.
Il Ghetto di Venezia, con i suoi abitanti ed i tesori nascosti.
Le domeniche in chiesa e lui.
Lui che, ho incontrato proprio lì, nella cattedrale di San Marco.
Lui, che ogni domenica aveva occhi solo per me.
Ci siamo incontrati tante volte per strada, ma nessuno dei due ha mai detto nulla.
Uno scambio di sguardi e via, ognuno nella sua direzione.
Una storia romantica, assolutamente platonica, che è durata un anno intero e che io tenevo segreta, perché sapevo che era un amore impossibile.
Questi ricordi riaffiorano nella mia vecchia testa ed io li accolgo perché raccontano momenti sereni e li rivivo ogni volta con estremo piacere.
Poi la sera, dopo il tramonto, il sorriso ritrovato, scompare dal mio viso.
Accade tutte le sere alla stessa ora, come un orologio io perdo i sensi, vengo risucchiata dal vicolo e rivivo il mio ultimo ricordo.
“Domenica notte.
Cannareggio era avvolta nella nebbia.
Senza far rumore sono uscita di casa, avvolta nel mio mantello di velluto scuro, con il volto coperto da una maschera.
I miei passi leggeri, silenziosi, veloci.

Ho superato diversi ponti, per fortuna senza incontrare anima viva, poi ho svoltato a sinistra. Ho costeggiato il canale ed ho girato di nuovo a destra.
Sono così entrata in un vicolo.
Avevo studiato il percorso da fare, fino a quel luogo, in ogni suo dettaglio.
Ero lì a quell’ora, perché così c’era scritto nel biglietto che avevo trovato sulla mia panca in chiesa. Non mi ero fatta domande, sapevo che quel messaggio era indirizzato a me e non avevo alcun dubbio su chi era stato a mandarmelo.
Ricordo che il mio cuore batteva fortissimo ed io potevo sentirlo salire fino alla gola.
Sola, nascosta nella penombra ero in attesa.
Lo vidì arrivare da lontano, poco dopo.

Il corpo coperto da un mantello nero e sul volto la Bauta.
Si avvicinava, veloce come un essere demoniaco, ma quando i nostri occhi si sono incrociati, la nebbia ed il freddo di quella notte sono svaniti.
E’ caduta la maschera, il mantello, tutto quello che poteva separarci.
Non abbiamo detto una parola, erano i nostri sguardi a parlare per noi.
E lì in quel vicolo, in quel angolo di Venezia, addosso a quella parete umida ho vissuto il momento più intenso di tutta la mia vita.
Il mio ultimo momento da viva”.

C’è una leggenda che gira per le strade di Cannareggio.
E’ la triste storia di una giovane donna trovata morta in un vicolo, in una fredda mattina di Gennaio.
La leggenda racconta che è stata uccisa per mano di un importante uomo di chiesa, perché aveva osato allontanare dalla vita spirituale un giovane, figlio di una delle più ricche famiglie di Venezia.
Del giovane non si è mai saputo nulla, c’è chi racconta di averlo visto fuggire in mare su una nave diretta in Spagna, c’è chi invece dice che si sia ucciso, buttandosi nel canal grande pochi mesi dopo.
La giovane donna, invece, vive una vita da non morta ed ogni notte esce dal suo vicolo e cerca inconsapevole il suo amore perduto.

(storia inventata e scritta da Ale. Z.)

mercoledì 24 settembre 2008

Il Potere fra le mani.

Ho letto questo articolo di Repubblica on-line un paio di giorni fa (grazie ad un mio amico facebook).
Mi ha folgorato.
La storia di un uomo che tra le sue mani aveva il potere ed è bastato che cambiasse il vento perchè questo scivolasse dalle sue dita, come la sabbia.
La storia di un sistema, di un lavoro, di una nazione che attraversa un momento di profonda crisi.
Ora non voglio commentare ulteriormente l'articolo, perchè è talmente bello, toccante e scritto bene, che preferisco lo leggiate da soli.

A.

http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/economia/borse-7/scatola-broker/scatola-broker.html

mercoledì 17 settembre 2008

.....il diabete nooooo

Cari amici e amiche,
ho ricevuto sacchi e sacchi di lettere e migliaia di e-mail, di persone ammalate di diabete a causa del mio ultimo Post e per questo mi sono sentita molto in colpa.
Moltisssssimo!!!
Ammetto io stessa di aver avuto la glicemia a livelli di allarme, appena ho riletto il post, ma alla fine l'ho pubblicato comunque senza pensarci su troppo.
Dopo tutto la scimmia, in fondo a se stessa, sotto il caos che regna nel suo cervello, è una romanticona e quindi un po' di romanticismo di quello puro, fatto di paroline dolci...tipo "cuore, amore, e lacrime" (non potevo mettere sole al posto di lacrime, perchè mica sono M. Di Cataldo)...ogni tanto ve lo dovete sorbire.
Ecco magari io vi chiamo e vi avverto prima...così si passa al volo in farmacia, ci si fornisce di insulina e a quel punto si può leggere senza morire..

Ora vi lascio..senza baci e senza abbracci...perchè avete bisogno di un freddo saluto per riprendervi.



A.

Pensiero Privato

(Scritto a maggio del 2006)

Perdersi in un pensiero…ti avvolge caldamente…
Ti inizia a mancare il fiato.
Rimani come sospesa e guardi nel vuoto cercando di trovare un punto fermo a cui aggrapparti.
Questo è quello che ho provato ritrovandomi da sola, dopo quel incontro, in quel giorno strano, in quel luogo a me così familiare perché parte delle mie solitarie passeggiate all’ora di pranzo.
La porticina chiusa in fondo al cuore si è spalancata ed il suo contenuto mi ha travolto.
…da lì sono usciti tutti i miei ricordi, le mie sensazioni, le emozioni che ho provato un tempo…le lacrime, le risate un insieme di pensieri sconclusionati… e lì io ti ho rivisto….
Quella ragazzina poco più che adolescente, l’eterna sognatrice che creava storie d’amore e castelli in aria. E li c’era lui, il mio amore idealizzato, nella sua roccaforte di ghiaccio, irraggiungibile e lontano. Soltanto una volta ho avuto il piacere di incontrarlo nella realtà, soltanto una volta mi sono sentita veramente vicina a lui ed immediatamente mi è tornata in mente quella sera in cui forse, per l’unica volta, ho creduto di essere parte della sua vita. Un dolcissimo ricordo e poi, di nuovo lacrime e la conclusione di una storia che, tutto sommato, non ha mai avuto un senso.
Oggi, dopo tanti anni, non so dire se quello era amore, so soltanto che la mia fantasia e la capacità di sognare è riuscita ad idealizzare una persona che, in fondo, non ho mai conosciuto.

A.

Okonomiyaki -Ricetta di Machi


Questa sera sono finalmente riuscita a mangiare di nuovo un Okonomiyaki.
Grazie alla fantastica ricetta che mi ha mandato Machi, la "nostra" amica giapponese.
Ricetta molto semplice di Okonomiyaki
Ingredienti
per 4 persone
farina tipo 00: 300g
cavolo : 8 foglie piu o meno (se volete piu' verdura, aggiungete altre foglie)
uova: 2
lievito in polvere : pochino pochino
acqua : 3 cucchiai
pesce o carne.
Preparazione
farina, uovo, acqua e lievito in polvere mischiare tutto insieme (deve essere denso..non troppo liquido)
tagliare i cavoli a pezzettini fini ed aggiungere all'impasto precedente
poi aggiungere gli altri ingredienti a scelta, i pesci (es: calamari, gamberetti, tonno), le carne (es: manzo, maiale, pollo)
Cuocere tutto in una padella antiaderende.
far cuocere bene da un lato e poi dall'altro
una volta cotta (anche ben abbrustolita) aggiungere la salsa e la maionese (per chi la vuole)
La salsa per le Okonomiyaki non è facile da trovare, se ne può fare una molto simile utilizzando il ketchup + la salsa worcester.

Io questa sera mi sono fatta una fantastica pappata...
Certo il risultato non era perfetto come quelle mangiate in Giappone, ma mi impegnerò per farle sempre meglio...
e poi si organizza una bella cena!!!
A.

martedì 16 settembre 2008

Guardarsi indietro

Ieri mattina mi sono svegliata, ma non era presto....Ho lasciato suonare la sveglia per più di un'ora, poi, all'ultimo minuto utile per non arrivare troppo tardi in ufficio, ho poggiato i piedi a terra e mi sono alzata.
Occhi gonfi per il sonno, capelli piatti, faccia spenta, voce da orco.
Una donna meravigliosa.
Sono riuscita in 20 minuti a prepararmi...e ad uscire di casa senza sembrare un mostro.
Ho indossato il mio nuovo giacchetto di pelle nero (fintissima pelle) che però, cazzo, mi da un tono fico e sono scesa in garage a prendere il mio bolide.
Solita corsa al lavoro..cercando di non schiantarmi...svicolando tra le macchine...con la speranza di trovare meno traffico possibile, ma con le scuole appena aperte...c'era il delirio..
Arrivata a lavoro con qualche minuto di ritardo...ho cominciato la mia giornata.
Ho acceso la macchina del caffè, la fotocopiatrice e i pc poi, però, è accatuto qualcosa di molto strano..
Nella mia stanza, sul muro, di fronte alla mia scrivania, si è aperta una finestra.
Io da brava scimmia curiosa mi sono subito avvicinata e ho sporto la testa al suo interno per dare un occhiata...e davanti ai miei occhi si è materializzata la mia vita passata..
Non è stata una sensazione sgradevole, ma mi sembrava di assistere ad un film.
Un film nel quale la protagonista mi assomigliava tanto.
Mi sono allontanata dalla finestra..dovevo lavorare, ma non l'ho chiusa, l'ho lasciata aperta..perchè ogni tanto con la coda dell'occhio volevo ancora curiosare.
Volevo in qualche modo tenere un contatto visivo.
Volevo che la protagonista di quel film e gli altri attori avessero modo di vedermi, di vedere quello che sono ora, quello che faccio, come vivo la mia vita.
Si avrei tanto voluto affacciarmi di nuovo e gridare..."Ehi voi..guardatemi!...Guardatemi adesso", ma non l'ho fatto.
Sono rimasta seduta sulla mia sedia per tutto il resto del giorno poi, in serata, poco prima di andare via.....mi sono sentita ispirata. Mi sono alzata, mi sono avvicinata alla finestra, mi sono affacciata per un secondo e ho visto lei, la protagonista.
Ci siamo guardate negli occhi ed io le ho sorriso perchè così volevo salutarla.
Ho chiuso la finestra e sono andata via.
Quasta mattina, quando sono tornata a lavoro, entrando nella mia stanza ho guardato il muro, la finestra non c'era più.

A.

sabato 13 settembre 2008

Dipendenza da due ruote

Roma 11/09/2008


Domani ore 8.30 del mattino, appuntamento davanti all'officina del meccanico.
Domani ore 8.35 del mattino, di nuovo immersa nel traffico a svicolare tra le macchine con il mio mezzo a due ruote, per non arrivare tardi a lavoro.
Domani mattina alle 8.33, quando metterò la chiave nel mio Scarabeo 100 , mi sentirò di nuovo indipendente.
Ma è giusto dedicare due parole anche a quello che ho fatto nella mia settimana a piedi.
Sono andata a lavoro con l'autobus... e per prenderlo mi sono dovuta alzare, ogni singolo giorno, quasi un'ora prima del solito orario, ma stranamente non è stata una tragedia.
Soltanto qualche mese fa avrei ucciso, per 5 soli minuti di sonno in meno.
L'autobus preso al capolinea (sfruttando il passaggio di mia madre assonnata), posto a sedere...e visto che il viaggio è sempre stato di circa un'ora (perchè da capolinea a capolinea)...mi sono fatta delle meravigliose dormite spalmata sul finestrino, con gli occhiali da sole molto tattici.
Non mi sono fatta mancare delle belle passeggiate durante la pausa pranzo, in una delle quali sono arrivata a piedi fino a Via del Corso, per comprare dei regali ad alcuni miei amici.
Ma la cosa più emozionante mi è capitata di sera.
Ho avuto la possibilità di assistere ad uno spettacolo... luci, colori, arte e silenzio.
Mi sono ritrovata per due sere di seguito,alle ore 19.45 a piazza San Pietro.
La piazza quasi deserta, c'erano poche persone.
Alcuni ragazzi stavano seduti a terra ad ammirare, come me, lo spettacolo in silenzio .
A quell'ora il sole tramonta, il cielo comincia a perdere i suoi colori chiari e diventa viola, la piazza è già illuminata e le luci illuminano ed esaltano i contorni della chiesa, delle fontane e dell'obelisco.
Ora, purtroppo, non sono cosi brava da riuscire a descrivere in modo più preciso la bellezza del posto, a quell'ora e, non avevo neanche un supporto per fare foto con me, ma sono obiettivamente convinta di avere assistito ad uno spettacolo.
In quel momento, passeggiando, serena, verso la mia meta, mi sono detta "Dopo tutto ogni tanto ci posso restare a piedi".


A.

giovedì 4 settembre 2008

Una passeggiata al Fushimi Inari..







Pomeriggio di Settembre.
Sono a lavoro e fa un caldo allucinante.
Penso "Se mi bevo una cosa, sto meglio".
Rifletto "Accendo o non accendo il ventilatore?".
"No, non lo accendo..preferisco tenermi il calore addosso".
E poi vagando nella mia pensierosa testa..lo trovo il posto dove andare.
Il posto dove, oltre a sentire meno caldo, poter ripulire la testa da ogni pensiero.
Basta fare un passo, perchè al secondo ti senti già più leggera.
Vorrei fare una passeggiata al Fushimi Inari.
Vorrei camminare scalza, ed in silenzio ascoltare il rumore delle cicale, mentre davanti ai miei occhi ci sono soltanto gallerie di Torii rossi....
Sentire la pietra liscia sotto i miei piedi...e quella sensazione di pace irreale intorno.
Mi girerei ogni tanto..per vedere le incisioni nere sui Torii...e mi metterei ad immaginare il loro significato, nomi, preghiere, desideri...poi continuerei il mio cammino serena...lungo tutto il percorso...in mezzo a quel magico bosco...fino alla fine dei miei passi...



A.

Un buon motivo per andare in Giappone!


Cari amici e amiche,
sono qui per presentarvi il WC tecnologico giapponese.
Premetto che tale gabinetto è rigorosamente pulito e in Giappone si trova facilmente sia negli hotel che nei locali pubblici.
Solitamente noi italiani, ci lamentiamo della mancanza del bidet nei paesi esteri e per alcuni questo è un motivo valido per non viaggiare , oltre che per indicare come zozzoni tutti gli abitanti dei paesi in cui il bidet non esiste (francesi, inglesi...ecc...ecc...).
Insomma questo ricorda le classiche frasi di chi, non essendo mai uscito neanche dal suo quartiere, straparla sui cittadini degli altri paesi.
Ecco..io con questo post vi ho trovato una sacrosanta ed igienica ragione per andare in Giappone.
Dodici lunghe ore di viaggio (da Roma, se non si fanno scali) per arrivare in un paese in cui, all'interno della tazza c'è un bidet incorporato.
Ora vi spiego.
Se guardate con attenzione la foto su in alto....noterete dei tasti ed una rotella alla destra della tazza.
Fatto??!!
Dopo aver concluso con le operazioni di evacuazione, il soggetto X, seduto sulla tazza in questione, può rinfrescarsi la natura (termine antico usato da mia nonna per indicare le parti del corpo innominabili) schiacciando semplicemente un tasto e dosare la temperatura dell'acqua girando l'apposita rotella.
Ora i giapponesi sono personcine esigenti...e per questo motivo hanno inserito diversi tasti, i quali una volta schiacciati, danno la possibilità (sempre al solito tizio seduto) di lavarsi in punti diversi della sua natura (ci tengo a precisare che su ogni tasto è disegnato il punto d'azione del getto d'acqua).
E per essere ancora + precisi e discreti, è sì perchè i Giapponesi sono personcine assolutamente discrete, hanno aggiunto il tasto musicale, questo per far si che la dolce musica emanata dal gabinetto copra i rumori molesti del TIZIO seduto sopra (opzione utilissima soprattutto nei bagni di un locale pubblico).
Ecco fatto.
Quindi state tranquilli.
Se mai avrete voglia di fare un viaggio, ed il vostro problema è la necessità di avere un'igene intima impeccabile (quasi ai livelli del prezioso bidet di casa vostra), il Giappone è il paese che fa per voi.

Saluti a tutti e alla prossima rubrica.

A.